Rassegna Stampa del Cameo

Gli effetti collaterali dell’auto elettrica - Seconda parte

Eccovi un report. Come vedete i nostri passati investimenti su benzina, diesel, ibridi, non torneranno mai più, quindi consuntiveremo pesanti perdite. Men che meno quelli per il mantenimento gamma fino al 2035. In contemporanea vi dovrò chiedere continui aumenti di capitale per coprire le perdite di redditività derivanti dalla caduta delle vendite delle auto convenzionali (negli ultimi 5-7 anni chi le comprerà ancora?), per il costante aumento dei costi delle auto elettriche, per la difficoltà di “imparigliamento” dei cicli progettativi-produttivi fra auto convenzionali ed elettriche.

Sono certo che per un’azienda privata la transizione richiesta è economicamente infattibile, e inaccettabile. Capisco lo stupore misto a terrore che vedo nei vostri occhi. Ebbene sì, dovremo consuntivare perdite enormi, licenziare una parte importante delle nostre maestranze, chiudere stabilimenti e siti produttivi e logistici, investire enormi somme per i nuovi prodotti, però in un mercato sempre più povero e confuso.

Henry Ford disse: “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”. Per rendere vera questa affermazione pagava molto più del mercato i suoi operai, perché fossero loro i primi clienti dell’auto che costruivano. Oggi l’auto elettrica la potranno comprare solo i benestanti e i ricchi delle ZTL, e lo Stato darà loro incentivi. Si incentivano i benestanti e si licenziano i lavoratori, un mondo capovolto. Come il full electric Elon Musk (e il suo compare Jeff Bezos) che inquinano ciascuno come 300 aerei per provare l’ebrezza di uscire dall’atmosfera per 10 minuti e 18 secondi. Questa è la classe dominante che ci governa e pontifica.

Cari Consiglieri, questo non è più il mio mondo. Per dignità personale e di etica professionale rassegno le mie dimissioni, irrevocabili. Vi suggerisco di cedere l’azienda allo Stato, anche a zero, meglio una perdita secca ora che uno stillicidio continuo. Lo dovete ai nostri dipendenti, ai fornitori, ai partner, ai sindacati. Il modello di business impostoci con questi tempi non ha futuro, è una nazionalizzazione vera e propria. Non contesto la scelta “auto elettrica” ma le modalità e i tempi. Chi ha fatto questa scelta se ne assuma oneri e onori. Buona fortuna.”

Riccardo Ruggeri, 24 luglio 2021

Zafferano.news

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