L’AR6, l’ultimo Rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change, il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico, ndr), recentemente presentato urbi et orbi è, come tutti i precedenti loro rapporti, pieno zeppo di fondamentali errori di scienza, sufficienti a inficiare le loro conclusioni. Oggi vi racconto di come i loro calcoli non rispettano quel che si chiama, in fisica, legge di conservazione dell’energia. La detta legge è una cosa complicata che ha a che fare, pensate un po’, con l’uniformità del tempo.
La C02, l’effetto serra e l’aumento della temperatura
Ma quel che qui voglio veicolare è la sua fondamentale importanza, come potete ben comprendere per il solo fatto che essa è qualificata anche come, addirittura, il «primo» principio della termodinamica.
La conclusione principale dell’Ipcc che qui interessa è la seguente: un raddoppio della concentrazione atmosferica di CO2 comporterebbe un aumento dell’effetto serra e un aumento della temperatura media terrestre, ove la migliore stima dei valori di questi aumenti è pari a quasi 4 watt/metroquadro per l’effetto serra e di 3 gradi celsius per la temperatura. Ma, come vedremo, questa conclusione è impossibile se è vero un grafico che lo stesso Ipcc riporta nel proprio ultimo rapporto. Si tratta del grafico che mostra il budget energetico della Terra (è quello che si trova qui sopra, ndr). Vi chiedo solo la pazienza di seguire la lettura dell’articolo sul grafico.
Come sappiamo, la fonte d’energia esterna ci viene tutta dal Sole e, affinché vi sia equilibrio (cosa necessaria, altrimenti sarebbero guai per la Terra), è necessario che l’energia che ci entra dallo spazio, nello spazio se ne torni. La figura contiene numeri, tutti espressi in unità di W/mq. A noi interessano solo i quattro numeri cerchiati. Vediamo che cosa rappresentano.
I calcoli sballati
Il numero in alto a sinistra (340) è l’intensità energetica in ingresso e ci viene tutta dal Sole. Gli altri due numeri in alto (100 e 239) sono l’intensità energetica in uscita (100 è il valore di una cosa che si chiama albedo e che qui non serve spiegare cos’è). Come vi ho anticipato, la somma di questi due numeri in uscita (100+239 = 339) è pari al numero d’ingresso. Questo è 340 e non 339 per un dettaglio tecnico sul quale non voglio tediarvi e, comunque, irrilevante ai nostri scopi. Insomma, il principio di conservazione dell’energia è, molto correttamente, soddisfatto.
Una parte dell’energia restituita nello spazio è, quindi, contenuta nel numero 239 in alto a destra. Questa energia viene, come si vede dalla figura, dall’ultimo numero cerchiato in basso a destra: 398. La differenza tra 398 e 239 è l’effetto serra: G = 159. Curioso che l’Ipcc non inserisca questo importantissimo numero tra quelli in figura, visto che è da 35 anni che si occupano di effetto serra: l’impressione è che non capiscano i risultati che ottengono. A questo punto è necessario capire cosa rappresenti e da dove viene questo 398. Esso rappresenta l’intensità energetica «emessa» dalla superficie terrestre. È un fatto della fisica che ogni corpo (anche quello vostro) emette radiazione con intensità che dipende dalla temperatura del corpo, secondo un’equazione che si chiama di Stefan-Boltzmann (SB). Nel caso della Terra, se l’intensità emessa è 398, allora la temperatura deve essere di 16 gradi. Come, di fatto, è: senza effetto serra, la Terra sarebbe 34 gradi più fredda. Finora, tutto corretto. Bravi!
L’Ipcc non rispetta la legge di conservazione dell’energia
E veniamo ora all’allarmante previsione secondo cui, se la CO2 dovesse raddoppiare, allora aumenterebbe di 3 gradi la temperatura della Terra, arrivando così a 19 gradi. In questo caso, l’equazione di SB implica che l’intensità della radiazione emessa dalla Terra deve aumentare da 398 a 414. Se poi, come dice l’Ipcc, l’effetto serra aumenta di 4 unità, passando da 159 a 163, allora il numero in alto a destra deve diventare 251, perché 414-251 fa, appunto, 163. Siamo alla fine. Secondo l’Ipcc, con una Terra più calda di 3 gradi l’albedo diminuisce da 100 a 99. Alla fine ritorna nello spazio energia per 251+99 = 350. Ma quella che ci viene dal Sole è (numero in alto a sinistra) 340. Detto diversamente, all’Ipcc non rispettano il principio di conservazione dell’energia: ci sono 10 W/mq di troppo. Per far tornare le cose, bisognerebbe ipotizzare che, raddoppiando la CO2 qui sulla Terra, il Sole si mettesse a brillare più intensamente. All’Ipcc, naturalmente, neanche si attentano a mostrare quale sarebbe il grafico del budget energetico di una Terra più calda di 3 gradi e con un effetto serra aumentato di quasi 4 unità. Se lo facessero, cascherebbe l’asino: insomma la Ue si sta svenando andando dietro ad equazioni da somari col botto.
Franco Battaglia, per La Verità 10 maggio 2023