Era proprio ieri, quando sulle colonne di questo sito analizzavamo il sondaggio a sorpresa – pubblicato dall’Istituto Noto per La Repubblica – circa il parere degli italiani sulla guerra tra Israele e Hamas. Saltava fuori un dato sorprendente: il 63 per cento degli interpellati si schiera a favore della causa di Tel Aviv, ma solo il 29 per cento è favorevole all’invasione della striscia di Gaza. Per contro, invece, ben il 18 per cento degli intervistati si schiera a difesa dell’organizzazione terroristica islamica. Il bacino elettorale a cui fa riferimento questo 18 per cento trova il suo humus, guarda caso, nei Verdi e nel Movimento 5 Stelle.
Da qui, in questi giorni, abbiamo le frange più radicali del progressismo e dei centri sociali scendere in piazza a difesa della Palestina, tacciando il governo israeliano di essere “assassino”. Per ultimo, ricorderete l’attivista Patrick Zaki, il quale dal suo profilo X ha etichettato Benjamin Netanyahu come un “serial killer”. Insomma, non una parola contro Hamas e la sua invasione, come del resto avvenuto da larghe fette della sinistra politica, dal Pd ai grillini.
L’ex Br con Hamas
Solo analizzando questo sentimento comune anti-israeliano, non sorprende la presenza in prima fila al corteo filo-palestinese, svoltosi sabato a Milano, di un ex brirgatista rosso, affiancato da immigrati magrebini ed ovviamente giovani palestinesi. E come se non fosse sufficiente, è partito dalla piazza con 4mila manifestanti il coro: “Allah Akbar”. Ancora più delirante il contenuto dei volantini, dove si parla del 7 ottobre (ovvero l’invasione attuata da Hamas) come un “atto eroico” e per la nascita di una “Organizzazione comunista internazionalista”, ecco che le stragi sono una “eroica e sacrosanta risposta contro la politica di aggressione e sterminio”.
Chi è Francesco Giordano
L’ex terrorista rosso, comunque, è Francesco Giordano, che in questi anni si è messo in evidenza per i continui appelli alla contestazione della Brigata ebraica nei cortei del 25 aprile. Per di più, Giordano ha fatto parte della Brigata XXVIII marzo, responsabile dell’omicidio del giornalista Walter Tobagi, ucciso con cinque pistola nel 1980. Il terrorista filo-Hamas fu condannato a 30 anni ed 8 mesi di carcere, in secondo grado divenuti 21, per poi uscire di prigione nel 2004. Come se non fosse sufficiente, fu condannato anche a 13 anni nel processo alle Unità Comuniste Combattenti.
Insomma, la sinistra antagonista ha tolto la maschera: piuttosto che difendere la causa di Tel Aviv (l’unica democrazia del Medio Oriente), si difendono i terroristi islamici. La stessa Hamas che ha collegamenti diretti con Paesi come l’Iran, che da sempre – tanto per fare qualche esempio – uccide chi si dichiara pubblicamente omosessuale. Esatto, è il cortocircuito della sinistra: fino a ieri, le bandiera arcobaleno Lgbt trovava ampio spazio nei cortei; oggi, ci si schiera dalla parte dei terroristi e dei tagliagole. Un cambio repentino, ma che dimostra come – almeno in Italia – la sinistra sia nata intrinsecamente come anti-israeliana.
Matteo Milanesi, 15 ottobre 2023