Niente, neppure la Schlein cambia il corso della storia del Pd che ormai, per l’appunto, è un partito che vive solo in quella storia. Tenere la storia a forza nella cronaca proprio non paga. Agli italiani della diatriba sulle Fosse Ardeatine proprio non importa nulla.
Lo ha detto bene ieri quel vecchio marpione saggio di Flavio Briatore in una intervista al Fatto Quotidiano. Mio figlio Falco, ha detto, non sa chi è Patti Bravo. Dico Patti Bravo. Si figuri se può avere un minimo di interesse per un fatto accaduto 80 anni fa. E in effetti riflettevo. È un po’ come se quelli della mia generazione da giovani si fossero divisi sulla breccia di Porta Pia, Roma 1870. Fu uno stupro dei Savoia allo stato sovrano del Vaticano o la liberazione della capitale naturale d’Italia? La risposta sarebbe stata corale. E chi se ne frega. È andata come andata. Amen. È la storia.
Ma la stessa risposta, sono certo, l’avrebbero data i nostri genitori, che pure erano i nipoti di chi a quell’evento prese parte. Insomma, questa menata di inquinare la politica italiana con il fascismo e l’antifascismo, che torna e che non è mai andato via, proprio non funziona. Basta vedere il risultato elettorale di ieri alle regionali del Friuli, primo esame politico importante dopo l’elezione politica del settembre scorso. Pd e 5 Stelle insieme perdono voti. Il centrodestra li guadagna e vince a mani basse. Addirittura qualcuno ha preferito, forse per disperazione, spostarsi dalla sinistra al partito dei Novax, anche se il Covid ce lo siamo lasciato alle spalle.
Insomma, abbiamo un Presidente del Senato che mette in discussione l’eroicità di alcuni anti della Resistenza? Sì, l’abbiamo. Ma proprio non importa a nessuno se non al circolino mediatico, una sorta di piccola setta che imperversa sui giornali e nelle televisioni. E più loro strillano, più la gente se ne allontana. Un consiglio non richiesto, che sia la guerra di Cartagine, la breccia di Porta Pia o le Fosse Ardeatine: lasciamo i morti in pace e la storia dove deve stare, appunto, sui libri di storia. Che se è vero che di cultura non si campa, figuriamoci di storia.