Gli operai? Macché, la Cgil pensa ai convegni su Gaza

In silenzio su Stellantis e pronto a tutto pur di diventare leader della sinistra, Landini continua a dimenticare gli operai

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Landini Palestina Gaza

Le aziende rischiano di chiudere, migliaia di lavoratori potrebbero rimanere senza lavoro, ma la Cgil ha altre priorità. Maurizio Landini lo conosciamo: è quel sindacalista con ambizioni politiche. Il suo sogno è quello di diventare il leader della sinistra, sintesi di quel campo largo privo di un capo. E infatti i suoi interventi pubblici – tra palco e giornali – sono più politici che altro: parla poco di lavoro ma tanto di immigrazione e politica estera. E non sorprende se il suo sindacato si occupi più del Medio Oriente che di Stellantis.

L’ultima della Cgil è un convegno dedicato ai palestinesi. La sezione di Como, in collaborazione con il collettivo Tra.Me e il circolo Arci Joshua di Albate. ha organizzato per domani sera un evento dal titolo “Art for Gaza”. Secondo gli organizzatori si tratta di un momento di approfondimento sulla situazione delle donne nel contesto di guerra nel Medio Oriente e di solidarietà verso il popolo palestinese. “Durante la serata ci saranno opere d’arte, discussioni, musica e tanto altro”, si legge nella pagina Facebook dedicata all’appuntamento.

L’interno è sicuramente nobile e Landini sarà senz’altro orgoglioso dei suoi della Cgil di Como. Ma cosa c’entra tutto questo con un sindacato che dovrebbe occuparsi dei lavoratori? Perchè parliamoci chiaro: gli operai non sono molto soddisfatti dell’azione di chi li dovrebbe rappresentare. Anzichè difendere i diritti di uomini e donne sul luogo di lavoro, la Cgil sembra aver modificato la sua missione storica in chiave politica. Un uso personalistico del sindacato, che ormai si occupa di qualsiasi tema pur di ottenere un briciolo di visibilità. E, incredibilmente, resta in silenzio sui temi importanti, come il già citato caso Stellantis. Non sappiamo se il mutismo sia legato alla presunta buona pubblicità dei giornali di Elkann, ma certamente qualcosa non torna.

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Insomma, i sindacalisti di una volta difficilmente condividerebbero il populismo sindacale di Landini, fatto di tante chiacchiere e pochi fatti, di ambizioni politiche e di dubbio interesse verso gli operai. Organizzare un convegno su Gaza non dovrebbe essere la priorità al giorno d’oggi, eppure la Cgil sovverte ogni pronostico. Ma non ci sorprende nemmeno. Parliamo di un sindacato il cui leader invoca la “rivolta sociale” per strappare consensi a sinistra e candidarsi a federatore dei compagni. Lo stesso segretario che annuncia uno sciopero contro una manovra fantasma: sì, perchè non dimentichiamo che la Cgil proclamò la mobilitazione contro la legge di bilancio del governo Meloni mesi e mesi prima della stesura. Un dettaglio fondamentale per comprendere il livello del dibattito.

Il governo ha altri problemi a cui pensare, mentre il popolo della sinistra valuterà se è il caso di affidare la leadership a Landini. Ciò che appare chiaro è che a perderci sono i lavoratori, i deboli, coloro che avrebbero bisogno di protezione e invece spesso si ritrovano senza risposte.

Franco Lodige, 9 novembre 2024

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