La loro bandiera era in prima fila, lo scorso 23 febbraio, quando gli agenti del Reparto Mobile hanno colpito con i manganelli gli “studenti” di Pisa in corteo per la Palestina. Si chiamano “Cambiare Rotta“, organizzazione giovanile comunista che lotta “contro la crisi di civiltà del capitalismo” e “per il riscatto di una generazione tradita”. Oggi tornano in piazza, al fianco del Coordinamento degli Studenti Medi di Pisa, per ribadire il loro sostegno alla “resistenza del popolo palestinese” e per protestare contro la presunta “repressione” messa in atto dal ministro Piantedosi e dal governo Meloni contro “chi dissente con le politiche bellicistiche e guerrafondaie”. Sono di sinistra, sinistra vera. Accusano il Viminale di voler cancellare “i problemi a colpi di manganello”. Ma respingono al mittente anche la solidarietà e l’appoggio ricevuto dai sindacati e dal Pd dopo le botte di una settimana fa.
Ed è questa la notizia: gli studenti pisani schifano il Partito democratico, Elly Schlein, il Movimento Cinque Stelle e tutto quel centrosinistra che in passato, quando era al governo con Draghi, ha “manganellato e picchiato gli studenti che qualche anno fa sono scesi in piazza contro l’alternanza scuola-lavoro”.
Subito dopo gli scontri, i primi a cavalcare l’indignazione per i colpi subiti dagli alunni in piazza a Firenze e Pisa sono stati proprio i due leader del “campo giusto”. Poi è arrivato anche Sergio Mattarella, con le discutibili affermazioni utili a delegittimare l’operato della polizia prima ancora che l’inchiesta interna, o quella aperta dalla procura, facesse chiarezza sull’accaduto (gli agenti si sono auto-identificati mentre i pm analizzano le denunce per resistenza a pubblico ufficiale di quattro manifestanti a Pisa e cinque a Firenze). Una solidarietà, quella della sinistra unita, che i duri e puri di Cambiare Rotta respingono al mittente, proprio come successo alcuni giorni fa a Conte quando un ragazzo gli ha rinfacciato la “testa spaccata” durante gli esecutivi da lui presieduti. “Noi contrastiamo tutti quei tentativi del centrosinistra e dei sindacati complici di sussumere la protesta delle studentesse e degli studenti per portarle all’interno di un recinto che possono controllare”, si legge nel comunicato in cui si accusano i partiti che vogliono “cavalcare l’indignazione per fini elettorali” di aver “votato per l’invio di armi” ad Israele, di non essersi opposti all’operazione militare nel Mar Rosso contro gli Houthi e di aver “manganellato e picchiato gli studenti” più e più volte.
Sentimento diffuso, quello anti-Pd. Il Coisp ha reso noto che in queste ore a Pisa sono stati affissi alcuni volantini con il logo del Movimento Anarchico e il contenuto è simile, se non identico, a quello dei giovani comunisti. Anche qui, gli studenti fanno di tutta l’erba un fascio e denunciano i “sinceri democratici” (Pd-Cgil-Arci-società civile e politicanti) che “all’improvviso” scoprono che “la polizia picchia come picchiava con i governi Prodi, Berlusconi, Renzi, Letta, Gentiloni, Conte e Draghi”.
Oggi a Pisa sono attese alcune migliaia di giovani. Appuntamento in Piazza Vittorio Emanuele II: la manifestazione, questa volta, è stata annunciata alla questura specificando anche il percorso che dovrebbe concludersi proprio in quella Piazza Cavalieri che una settimana fa era stata preclusa al passaggio. Non soddisfatti dalla rimozione del dirigente della Mobile di Firenze, gli studenti ribadiranno la richiesta di dimissioni del questore, chiederanno l’introduzione di codici identificativi degli agenti e invocheranno la fine della “repressione e del suo carattere sistemico”. Cori e invettive sono scontate. Anche contro i sindacati che hanno sostenuto “trent’anni di politiche di macelleria sociale” e che hanno lasciato “un mondo fatto di macerie e condannato le giovani generazioni ad una crisi di prospettive che oggi assume i contorni della guerra”. Quella che si spera oggi non facciano scoppiare tra le strade blindate di Pisa.
Giuseppe De Lorenzo, 2 marzo 2024
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