Commenti all'articolo Globalizzazione, una pacchia per pochi. Ma i liberali cosa dicono?
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Antonio
24 Dicembre 2018, 21:39 21:39
“Prendiamo la categoria dei giornalisti. La corsa verso il basso dei compensi per pezzo è inarrestabile. Del resto si trova sempre chi è disposto a scrivere quasi gratis. Naturalmente il prodotto ne risente”
Gnocchi sicuro che il prodotto ne risenta? Con quello che ho letto certi” giornalisti” andrebbero fucilati alla schiena per circonvenzione d’incapace ergo moltissimi lettori. In ogni caso spero che il suo articolo sia stato remunerato giustamente perché, dal mio punto di vista, é il migliore che io ho letto dei suoi articoli.
Giacomo Cambiaso
23 Dicembre 2018, 14:04 14:04
Non mi viene in mente nessuna nazione dove il partito liberale domina, in compenso vedo conservatori e progressisti andare a braccetto quasi ovunque sotto una grottesca bandiera, quella del liberismo. La globalizzazione non si può fermare, ma si deve controllare. Ci sono prodotti e servizi che dovrebbero risultare accessibili a tutti, c’è chi ritiene sia liberalizzare la risposta, ma non sempre questa soluzione porta a prezzi più competitivi, un’esempio perfetto sono le autostrade, un monopolio privato. Non è la natura pubblica o privata ciò che abbassa i prezzi, ma le alternative a quel dato servizio o prodotto. Le medicine non dovrebbero essere un prodotto da oligopolizzare, se aprire il mercato renderà i prezzi più accessibili allora offrirà un beneficio che risulta più importante della protezione di una piccola casta quali i farmacisti. Sappiamo che un eccesso di socialismo è pericoloso, ma altrettanto fingiamo di non sapere che tutti gli eccessi sono altrettanto pericolosi, il liberismo non fa eccezione. Il lobbying, come la globalizzazione, non va estirpato, ma controllato.
Pablo Szychowski
22 Dicembre 2018, 7:43 7:43
Questo pezzo confonde tutto…
Dice che la libertà di movimento è sacrosanta per un liberale. Sia. Ma questo vuol dire che un liberale non vuole la prigione per quelli che violano le leggi? No. Analogicamente, vuole un liberale l’immigrazione illegale nel senso più ampio della parola illegalità? No.
Cioè, la globalizzazione si fa tra Paesi democratici e con regole razionali da respettare. Il liberalismo non è anarchia.
Vorrei dire un’altra cosa. Certo che sì un’impresa si sposta di un Paese di costi alti a uno di costi bassi, il primo Paese vedrà un tempo i gillet gialli e il secondo invece una politica estera di apertura commerciale. Ma, globalmente, cosa è successo col mondo da l’invenzione dell’aereo o della computer, si cresce o no?
Andrea Salvadore
21 Dicembre 2018, 21:11 21:11
Finalmente!!!! La globalizzazione é il nemico della democrazia l’ho gia detto imn altri commenti, il free trade a livello monduale gia fallí piu di una volta ma parlando degli esempi portati da lei Gnocchi mi permetto di ricordare che il cammino della democrazia Ateniese cominció, fra le altre, con una disposizione di Solone che metteva un limite alla terra che si poteva possedere. A quei tempi la ricchezza era possedere terra.
Gianluca
21 Dicembre 2018, 20:22 20:22
Lungi da me consigliare Porro su chi ospitare o meno sul suo sito però, se devo dire la mia, mi stupirebbe meno leggere interventi del genere sul blog di Landini o giù di lì.
Valter
21 Dicembre 2018, 18:38 18:38
Popper insegna ai liberali che ogni verità vale come tale solo fino a quando i fatti non la “falsificano”. Per cui anche nell’ambito della filosofia politica non esistono tabù: se i liberali si impiccano ad una ideologia sconfessano se stessi. Ad esempio alcuni correttivi alla concorrenza sleale e all’immigrazione senza controllo Trump li ha già messi in campo. Quanto all’equazione immigrazione=terrorismo occorre aggiungere l’aggettivo islamica ad immigrazione e nei suoi confronti rifarsi al principio liberale che la tolleranza finisce dove inizia l’altrui intolleranza, ed è quello che l’Europa ancora non vuol capire.
“Prendiamo la categoria dei giornalisti. La corsa verso il basso dei compensi per pezzo è inarrestabile. Del resto si trova sempre chi è disposto a scrivere quasi gratis. Naturalmente il prodotto ne risente”
Gnocchi sicuro che il prodotto ne risenta? Con quello che ho letto certi” giornalisti” andrebbero fucilati alla schiena per circonvenzione d’incapace ergo moltissimi lettori. In ogni caso spero che il suo articolo sia stato remunerato giustamente perché, dal mio punto di vista, é il migliore che io ho letto dei suoi articoli.
Non mi viene in mente nessuna nazione dove il partito liberale domina, in compenso vedo conservatori e progressisti andare a braccetto quasi ovunque sotto una grottesca bandiera, quella del liberismo. La globalizzazione non si può fermare, ma si deve controllare. Ci sono prodotti e servizi che dovrebbero risultare accessibili a tutti, c’è chi ritiene sia liberalizzare la risposta, ma non sempre questa soluzione porta a prezzi più competitivi, un’esempio perfetto sono le autostrade, un monopolio privato. Non è la natura pubblica o privata ciò che abbassa i prezzi, ma le alternative a quel dato servizio o prodotto. Le medicine non dovrebbero essere un prodotto da oligopolizzare, se aprire il mercato renderà i prezzi più accessibili allora offrirà un beneficio che risulta più importante della protezione di una piccola casta quali i farmacisti. Sappiamo che un eccesso di socialismo è pericoloso, ma altrettanto fingiamo di non sapere che tutti gli eccessi sono altrettanto pericolosi, il liberismo non fa eccezione. Il lobbying, come la globalizzazione, non va estirpato, ma controllato.
Questo pezzo confonde tutto…
Dice che la libertà di movimento è sacrosanta per un liberale. Sia. Ma questo vuol dire che un liberale non vuole la prigione per quelli che violano le leggi? No. Analogicamente, vuole un liberale l’immigrazione illegale nel senso più ampio della parola illegalità? No.
Cioè, la globalizzazione si fa tra Paesi democratici e con regole razionali da respettare. Il liberalismo non è anarchia.
Vorrei dire un’altra cosa. Certo che sì un’impresa si sposta di un Paese di costi alti a uno di costi bassi, il primo Paese vedrà un tempo i gillet gialli e il secondo invece una politica estera di apertura commerciale. Ma, globalmente, cosa è successo col mondo da l’invenzione dell’aereo o della computer, si cresce o no?
Finalmente!!!! La globalizzazione é il nemico della democrazia l’ho gia detto imn altri commenti, il free trade a livello monduale gia fallí piu di una volta ma parlando degli esempi portati da lei Gnocchi mi permetto di ricordare che il cammino della democrazia Ateniese cominció, fra le altre, con una disposizione di Solone che metteva un limite alla terra che si poteva possedere. A quei tempi la ricchezza era possedere terra.
Lungi da me consigliare Porro su chi ospitare o meno sul suo sito però, se devo dire la mia, mi stupirebbe meno leggere interventi del genere sul blog di Landini o giù di lì.
Popper insegna ai liberali che ogni verità vale come tale solo fino a quando i fatti non la “falsificano”. Per cui anche nell’ambito della filosofia politica non esistono tabù: se i liberali si impiccano ad una ideologia sconfessano se stessi. Ad esempio alcuni correttivi alla concorrenza sleale e all’immigrazione senza controllo Trump li ha già messi in campo. Quanto all’equazione immigrazione=terrorismo occorre aggiungere l’aggettivo islamica ad immigrazione e nei suoi confronti rifarsi al principio liberale che la tolleranza finisce dove inizia l’altrui intolleranza, ed è quello che l’Europa ancora non vuol capire.