105 Matrix

“Golpe finto”. La tesi choc del dissidente anti-Putin

Sono tantissimi i misteri che si celano dietro l’ammutinamento della Wagner. Ora spunta l’ipotesi del colpo di Stato combinato

105 Matrix

Continuano ad infittirsi i misteri lungo il tentativo di golpe di Stato da parte del gruppo mercenario Wagner contro Vladimir Putin. Dopo aver ordinato alle proprie milizie il ritiro dalle aree e dai siti militari occupati a Rostov, il leader Prigozhin è letteralmente sparito in queste ultime ore. Ieri sera, sono stati ritrovati documenti e 43 milioni in contanti nella sua abitazione, ma del luogo in cui si trova il capo della Wagner non sono circolate notizie.

Mistero Prigozhin

Alcuni media locali hanno affermato che Prigozhin non si recherà in Bielorussia, come invece mediato due giorni fa da Lukashenko, perché c’è il concreto rischio di un suo assassinio da parte del regime russo. Dall’altra parte, però, secondo l’imprenditore dissidente Ilja Ponomariov sarà solo di passaggio nel territorio dell’alleato di Mosca, per poi essere trasferito in Africa. Al momento, nonostante le tante voci che lo riguardano, sul mercenario dei mercenari non ci sono conferme. Anzi, ieri la Cnn ha chiesto notizie sullo “chef del Cremlino”, domandando “dove si trovi adesso e se abbia accettato le condizioni poste dal presidente bielorusso”. Questa la risposta: “Tutte le vostre domande sono state inoltrate a Prigozhin, che manda i suoi saluti e comunicherà quando avrà le opportune risposte”.

Ma è un altro scenario ad offrire elementi a dir poco clamorosi nella ricostruzione della vicenda. Prima il New York Times a rivelare che il Pentagono fosse a conoscenza del piano Wagner già da mercoledì, ora è il Washington Post ad affermare che addirittura Vladimir Putin avesse ottenuto informazioni sulla marcia su Mosca ben un giorno prima. È poi sempre l’imprenditore Ponomariov a dire, sulle colonne de La Repubblica, che in realtà l’intera vicenda è stata una ricostruzione ad hoc fatta dai russi per i russi.

“Operazione combinata”

Insomma, per l’ex deputato della Duma e attuale leader politico della Legione “Libertà alla Russia”, che combatte a fianco dell’Ucraina e si è resa protagonista nelle scorse settimane delle incursioni nella regione russa di Belgorod, al confine col Paese governato da Zelensky, si tratterebbe di un’operazione del Cremlino, un colpo di Stato a metà per Prigozhin. Anzi, Ponomariov parla letteralmente di “messinscena e di qualcosa di combinato”, aggiungendo poi che Putin si sia accordato con il leader della Wagner per fare pulizia all’interno dei vertici russi.

Per approfondire:

Un’operazione che, però, stando ai fatti, non ha ancora portato a concrete azioni del presidente russo. Ed è lo stesso Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, ad affermare che “al momento, non abbiamo notizia di nessun capo militare cacciato da Putin”, ha aggiunto Blinken avvertendo che “bisognerà aspettare le prossime settimane per capire gli sviluppi”. Il tutto seguito dalle parole tranchant del leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, il quale sostiene invece, in un video pubblicato sui suoi canali social mentre parla in russo, che Putin non sia più a Mosca.

Rimane quindi evidente il grande caos che sta ruotando intorno alla Russia ed al Cremlino, con la concreta rappresentazione di un’immagine composta da una leadership debole e da una fortissima polarizzazione nelle stanze dei bottoni della Federazione. Ma a soccorrere Putin è stato l’alleato Xi Jinping, il quale ha rimarcato il proprio sostegno a Mosca per garantire una Russia stabile. Cosa che in queste ultime 72 ore è stata messa in seria discussione.

Matteo Milanesi, 26 giugno 2023