Rassegna Stampa del Cameo

Governo Conte, ecco 4 mosse obbligate

Rassegna Stampa del Cameo

Questo Cameo è un esercizio di business management, una simulazione di una sua applicazione alla politica, nella fattispecie quella del governo Conte. L’obiettivo prioritario (nascosto) del governo mi pare uno solo: vincere alla grande le elezioni europee del 2019, la sua assicurazione sulla vita fino al 2023, e giocare un ruolo diverso in Europa, scommettendo sul collasso del vecchio schema popolari-socialisti.

Silvio Berlusconi scegliendo Antonio Tajani ha suicidato definitivamente il centro destra. Il Pd non riesce a liberarsi del virus che gli ha inoculato Matteo Renzi e sta lentamente deperendo. Ha al capezzale, immagino non richiesti, primari ospedalieri molto “competenti” ma nessuno è ancora riuscito a trovare una cura risolutiva, men che meno un bacino di voti. Purtroppo in democrazia contano i voti, non le medicine.

Questo lo scenario dato:

# La strategia sui migranti è arrivata a un punto di non ritorno: il governo Conte può solo andare avanti. Immigrazione e sicurezza sono le due autentiche priorità che oltre l’80% degli italiani vogliono. I grilli canterini delle élite si sono ormai (elettoralmente) confinati nei quadrilateri Ztl e in arcivescovadi senza preti, senza fedeli, e ahimè senza preghiere.

# Il caso Ponte Morandi ha innescato un processo che potrebbe far saltare il banco. L’evento sciagurato della non chiusura ai veicoli potrebbe essere letto come un mix fra l’arroganza di “competenti” non tali, la cupidigia di un board cosmopolita, la carenza di controlli pubblici frutto di sudditanza psicologica verso i potenti.

# L’opposizione (Renzi & Berlusconi) è in un cul de sac,: se accetta l’abbraccio delle élite è morta e sepolta. Si è ridotta a fare il tifo per Mr. Spread, possibile solo se il governo Conte (impazzito) con il Def sfidasse l’Europa e il Mercato.

Anche il governo Conte è in cul de sac, quindi si ritrova con una strategia obbligata:

1. Non può sfidare né l’Europa, né il Mercato: la sconfitta sarebbe certa. Nuove elezioni non sarebbero gradite dai cittadini (e sarebbero un regalo all’opposizione che si compatterebbe nel mitico Partito della Nazione, per ora il copione di un film tipo “Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet) che continuano ad avere una fiducia crescente sia in Luigi Di Maio che in Matteo Salvini, purché governino. Quindi devono rinunciare, per il Def 2018-19, ai tre plinti del loro programma: Reddito di cittadinanza, Flat tax, Legge Monti-Fornero. Il rispetto dei parametri di Bruxelles, specie il debito, è il prezzo da pagare per vincere le elezioni europee.

2. Informare Bruxelles, i 27, e tutti gli interessati (scafisti e migranti compresi) che, dopo la Diciotti, l’Italia considera i porti libici “sicuri”, cioè è pronta a ripetere lo schema Merkel-Erdogan nel canale balcanico. Poiché nessun paese vuole più i migranti economici (sottraggono lavoro e voti), la decisione varrà digerita con facilità. Scelta che sarebbe un colpo mortale per l’establishment che sui migranti ci ha costruito una rendita di posizione.

3. Preparare e implementare da subito un grande piano infrastrutturale a respiro decennale, misto pubblico e privato.

4. Andare fino in fondo sulle responsabilità (politico-culturali) della caduta del Ponte Morandi. Le élite, nel loro distacco culturale dalla realtà, non si sono ancora rese conto di cosa abbia rappresentato, a livello politico psicologico, la caduta di un viadotto con veicoli transitanti per noi cittadini automobilisti. E la distruzione di un quartiere storico popolare della Superba.

Invito i lettori a considerare questo Cameo un semplice divertissement di un vecchio signore innamorato dell’Italia che gioca, avventurosamente, a fare l’analista. Al contempo confesso il livello imbarazzante di analisi socio-politico-economico-culturali dell’attuale classe dominante e mi chiedo, in amicizia, se non sia consigliabile che ci prendiamo tutti noi, grilli canterini, un periodo di vacanza, prolungato.

Riccardo Ruggeri, 25 agosto 2018