Ci permettiamo di segnalarlo solo perché su queste pagine avevamo già fatto notare la critica “a priori”, ma soprattutto infondata, che nei giorni scorsi circolava nei confronti di Giorgia Meloni e del centrodestra. Ovvero l’accusa di essere “in ritardo” e di metterci troppo a formare il governo. Beh, a confermare che si trattava di una bufala di proporzioni mastodontiche ci ha pensato il Presidente della Repubblica in persona.
Dopo l’incarico conferito alla leader di Fdi e la lettura della lista dei ministri (con un errore), Sergio Mattarella si è presentato in sala stampa e ha rilasciato una breve dichiarazione. Da cui occorre estrapolare solo un passaggio: “Questa volta il tempo è stato breve: è passato meno di un mese dalla data delle elezioni, è stato possibile per la chiarezza dell’esito elettorale ed è stato necessario anche in considerazione delle condizioni interne ed internazionali che esigono un governo nella pienezza dei suoi compiti”. Quindi, in sintesi: è stata una formazione dell’esecutivo molto rapida, meno di un mese dal voto. Se non è un record, poco ci manca.
In diretta a Otto e Mezzo, invece, qualche giorno fa Massimo Giannini, direttore della Stampa, aveva detto che “Draghi ha fatto il suo governo in 10 giorni” se “se il ritorno della politica è questa roba qua che da quando hanno vinto non riescono a trovare la quadra…”. Il punto, come gli aveva fatto notare Giovanbattista Fazzolari, è che Meloni a quel tempo non aveva ancora ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica, dunque non poteva fare ancora il governo. Tecnicamente, prima era impossibile. Bisognava infatti aspettare la convocazione delle Camere (non spettava certo a Meloni), poi la nomina dei presidenti (arrivata nell’immediato), poi la convocazione delle Consultazioni (era Mattarella a decidere) e solo una volta ottenuto l’incarico la leader di Fdi ha avuto carta bianca. A quel punto avrebbe potuto accettare l’incarico con riserva, far passare 24 ore e tornare al Colle. Invece ha subito accettato e presentato la lista dei ministri. Checché ne dicesse Giannini, praticamente a tempo record.