Gramellini si inventa il radical chic di destra

Il commento del giornalista del Corriere sul caso Sgarbi-Morgan al Maxxi

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Gramellini come Annalisa: ho visto lei che bacia lui che bacia me. Adesso sul Corriere, con intuizione e velocità di esecuzione teorizza la involuzione della destra in radical chic, che insegue la sinistra, che corre dietro alla destra e alla fine arriva Melly; lo fa per mantenere una expertise, tipo Settimana Enigmistica che vanta innumerevoli tentativi di imitazione: i rc siamo noi, diffidate degli epigoni. Solo che la scentra, come sempre, partendo dalla performance sgarbiana chez Morgan: che ci sia da dire, quanto a questo, è fuor di dubbio ma non per l’uccello di Vittorio o il futurismo di complemento o l’assai presunto sessismo che gli sta valendo in terra bruciata (Sgarbi a volte è ingenuo nelle sue malizie).

Ma perché un vero uomo di cultura – a meno di una provocazione più situazionista che dadaista, non si dica futurista – non si accompagna a Morgan, che d’essere colto se lo dice da solo. Nessuno ha mai sentito niente da lui, che cita Stockhausen o l’ultima stellina del pop esotico come integratori, che vanno sempre bene e non danno controindicazioni: vecchio trucco elitario, che noialtri ex giovani snobbetti provenienti dal Mucchio Selvaggio conosciamo bene, bastava tirar fuori un artista di nicchia, quasi sempre di minchia, ché non valeva niente, e tutti col mento a toccar terra. Ma questa non è cultura, è roba da imbonitori. Morgan è di quelli che se la menano con l’irriverenza, l’essere fuori anzi contro i poteri forti, e invece dove fischia un vento di potere lui si infila. Se ancora si possono dire le cose come stanno, se no parliamo di cambiamenti climatici, li pieghiamo a portafoglio, e va bene così.

Ecco, Gramelly casca a capofitto nella trappola e arriva a giustapporre il ragazzo Castoldi a Riccardo Muti, per amor di dialettica illogica; siccome è un rc complessato, tira fuori da Wikipedia la citazioncina ad effetto (il suo) e così sta a posto. Ma quale posto? Sgarbi andrebbe processato non per le sue esagerazioni ma per portarsi appresso Morgan, tipo catena di Jackob Marley, una catena cringe; e la destra rc non c’è, c’è se mai una destra normalizzata che, essendo arrivata al potere, giustamente vuol durare e in qualche caso smette la divisa per il doppiopetto e il passo dell’oca per il passo del manager.

Per approfondire

Tutto normale, tutto umano, troppo umano, volendo anche cringe ma il radicalismo chic è altro, è Bianca Berlinguer che corre a casa in tutta fretta, c’è un Biscione che l’aspetta, c’è Mediaset, a conferma che l’impero di Berlusconi era e resta ecumenico: fece scuola Santoro, ricordate? Ma i rc di sinistra zitti e mosca perché o ci stavano pure loro o sognavano di seguirlo. Il rc di stampo desolante è proprio Gramelly che casca pure lui nell’inganno di Morgan musicista e per giunta colto. Tipo che siccome io ho tutta la discografia di Frank Zappa, ma proprio integrale, 400 album finora, inediti e concerti non ancora usciti mai, allora sono un compositore novecentesco “che rifiuta di morire”.

Essu, e sibbono, Gramelly: lo snobismo culturale è altra storia e tu non hai idea; appartiene più a destra che a sinistra, ma una destra veramente esclusivista, peggio che elitaria, orgogliosamente e autolesionisticamente stronza. No le citazioni pop. No i Morgan. No gli aspiratori, aspiranti a tutto, i sedicenti filosofi alla Fusaro, i secredenti Mozart col pizzetto, i presuntissimi scrittori alla Saltafila che al Mucchio stava a livello stilistico terza elementare e non ha fatto che peggiorare.

No i Gramelly che più ci provano ad essere snob, rc, brillanti, sottili, e più s’infrangono in un mare di possibilità, regolarmente sprecate. Gliene suggeriamo una, perché siamo compassionevoli: la prossima volta, invece di saccheggiare a sproposito Hillman, tracciasse il parallelo onomatopeico tra futurismo e sgarbismo: da zang tumb tumb a zaff tromb tromb, da Marinetti a il Tromba, pornazzo anni ‘70. Se poi si vuole esagerare sconfinando nel sintagma, a Gabriel Pontello, Supersex, “ifix tcen tcen”. Certi che anche Vittorio gradirebbe, porgiamo distinti saluti ed invitiamo ad occuparsi di ciò che si sa, ricordando che “di ciò su cui non si sa, du du da da da, conviene tacere”.

Max Del Papa, 5 luglio 2023

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