L’annuncio è di quelli che non ti aspetti. Liz Truss, la neopremier britannica nominata solo poche settimane fa dall’ex sovrana Elisabetta II, è già arrivata al capolinea. L’esponente dei Tory, finita nel mirino per gli effetti nefasti delle sue ricette economiche, poco fa ha dato l’annuncio in una breve conferenza stampa: “Mi dimetto da leader del partito Conservatore. Ci sarà una riunione della leadership del partito. Resterò primo ministro finché non sarà scelto un successore”.
Le dimissioni di Liz Truss
Il nuovo Re, Carlo III, si trova così di fronte al suo primo “cambio di governo”. La maggioranza di governo non cambia. Il partito conservatore dovrà adesso trovare un nuovo leader che a sua volta diventerà primo ministro. L’annuncio della Truss era nell’aria da qualche ora, visto che 17 deputati del suo partito avevano dichiarato pubblicamente che non aveva più la loro fiducia e che si sarebbe dovuta dimettere. “Sono entrata in carica in un momento di grande instabilità economica e internazionale“, ha detto Truss ai cronisti. Di fronte alla preoccupazione sulle bollette di famiglie e imprese e alla guerra di Putin, l’ex leader Tory sostiene di aver cercato di creare una maggiore crescita economica ma di non esserci riuscita. “Sono stata eletta dal Partito conservatore con il mandato di cambiare questa situazione. Abbiamo lavorato sulle bollette dell’energia e sul taglio dell’assicurazione nazionale. E abbiamo definito una visione per un’economia a bassa crescita fiscale e ad alta crescita, che sfrutterebbe le libertà della Brexit. Riconosco però, data la situazione, di non poter realizzare il mandato per cui sono stata eletta dal Partito conservatore”. Da qui il doloroso addio.
Un nuovo inquilino a Downing Street
Il partito conservatore ha già stabilito un calendario di massima. Entro la prossima settimana quindi la Truss dovrebbe essere sostituita, regalando al Paese un nuovo inquilino per Downing Street. Secondo il Times anche BoJo sta pensando al grande ritorno, ritenendo in gioco “l’interesse nazionale” (il giorno delle dimissioni aveva fatto capire che sarebbe stato un arrivederci…). Il partito Laburista, dal canto suo, chiede l’immediato ritorno alle urne. Sulla stessa linea anche i liberaldemocratici: “Non abbiamo bisogno di un altro primo ministro conservatore che barcolli da una crisi all’altra – ha detto il leader Ed Davey – Abbiamo bisogno di elezioni generali e che i conservatori siano fuori dal potere”.
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