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In casa Pd il tanto atteso chiarimento promesso dalla segretaria Elly Schlein dopo il voto europeo sulla risoluzione di ReArm arriverà, ma per ora la leader sta ponderando con attenzione il modo migliore per affrontarlo. Che si tratti di un congresso tematico, di un referendum con la base o di stati generali, le decisioni sono ormai prese. Tuttavia, prima di affrontare il delicato passaggio, il Nazareno deve affrontare un primo e arduo momento di confronto: la discussione sulle risoluzioni riguardanti le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio dell’Unione Europea del 20 e 21 marzo.
Ieri, a Roma, i rappresentanti dem si sono riuniti per mettere a punto una serie di punti da portare in discussione. Tra i partecipanti Beppe Provenzano (responsabile Esteri), i capigruppo Francesco Boccia e Chiara Braga, Piero De Luca, Stefano Graziano e Alessandro Alfieri. L’incontro ha avuto l’obiettivo di elaborare un documento che, come sottolineato da uno dei partecipanti, “possa tenere dentro tutti”. La posizione, ribadita più volte da Schlein, resta quella di una difesa comune, unitamente a una critica decisa al riarmo da parte dei singoli Stati. Un altro tema cruciale sarà il rafforzamento del bilancio pluriennale dell’Unione Europea.
In un clima teso, l’obiettivo dei piddini è evitare spaccature interne e cercare di colmare le divisioni, dimostrando coesione. A tal fine, il Pd cercherà di evitare nuove fratture, magari mirando a evidenziare quelle all’interno della maggioranza. Tornando alla figuraccia dell’Europarlamento, l’europarlamentare Lucia Annunziata ha sottolineato di aver scelto l’astensione nel voto europeo “per lealtà politica nei confronti della Schlein”, pur mantenendo una posizione favorevole al sì. Questo riflette il tentativo del partito di raggiungere una certa compattezza in un momento che si prospetta particolarmente difficile, soprattutto con la prova della piazza prevista per domani. Attenzione comunque ai possibili colpi di scena: secondo il Corriere della Sera non va esclusa l’ipotesi del congresso anticipato.
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Prima della manifestazione in Piazza del Popolo, la Schlein sarà impegnata in un confronto con Paolo Gentiloni, in occasione del convegno di “Rigenerazione Democratica” organizzato da Paola De Micheli. E proprio l’ex primo ministro rappresenta un possibile rivale per Elly. Insieme al grande saggio della sinistra Romano Prodi, Gentiloni non ha nascosto di ritenere il piano di riarmo “un primo passo” verso la difesa comune Ue, smarcandosi nettamente dalla Schlein. Senza dimenticare che il nome dell’ex commissario Ue era già stato accostato alla segreteria Pd prima delle europee in caso di flop. A sostegno della sua candidatura la corrente moderata guidata da esponenti come Bonaccini, Franceschini e Guerini. Una figura di equilibrio, istituzionale, certamente rassicurante per le aree più moderate di un partito che si sta spostando sempre di più verso l’estrema sinistra.
Non è tutto. Pina Picierno, che in Europa non ha seguito la linea della segreteria, è considerata un’altra possibile erede della Schlein in caso di congresso. La vicepresidente del Parlamento europeo presenterà il manifesto “Per una Europa libera e forte” insieme a Giorgio Gori, Carlo Calenda di Azione e Riccardo Magi di +Europa: un possibile segnale. Attenzione inoltre alle possibili candidature del già citato Bonaccini e di Antonio Decaro, ex sindaco di Bari ora a Bruxelles.
La Schlein al momento non rischia, ma la poltrona traballa da tempo. Di certo la dem spera nell’asse con il M5s e su questo fronte è arrivato un importante segnale da Giuseppe Conte. “Ho apprezzato molto Schlein” il giudizio del leader pentastellato, che ha rimarcato come la linea politica adottata dalla leader Pd rappresenti una buona premessa per progettare una futura alternativa al governo Meloni da parte delle forze progressiste, con la politica estera al centro dell’agenda. Ne vedremo delle belle… forse.
Franco Lodige, 15 marzo 2025
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