Cronaca

Emergenza immigrazione

“Gravi notizie sulla giudice pro-migranti”. Guerra aperta governo-toghe

Meloni Salvini migranti © geralt tramite Canva.com

Ora è scontro aperto. Prima le discutibili sentenze del giudice di Catania che non ha convalidato il fermo di quattro migranti nel nuovo centro di Pozzallo voluto dall’ultimo decreto del governo. Poi le notizie, rivelate dal Giornale, sulle simpatie politiche del magistrato Iolanda Apostolico, che qualcuno definiva un “cane sciolto”. Infine lo “stupore” espresso da Giorgia Meloni, la replica dell’Anm catanese e l’affondo di Matteo Salvini. Tra magistratura e centrodestra torna la contrapposizione che già in altre situazioni si era sollevata, ma che adesso non riguarda più le riforme giudiziarie ma la gestione del fenomeno immigrazione.

L’attacco di Meloni

I fatti sono noti. Nei giorni scorsi, il giudice catanese ha accolto il ricorso dei migranti dalle più svariate storie di migrazione. C’era il tunisino in fuga dai creditori, quello che sostiene di essere perseguitato perché idoneo a diventare un cercatore d’oro, l’altro considerato dai parenti dell’ex moglie responsabile del decesso della donna e quello si lamenta delle cure a pagamento in Tunisia. Secondo il tribunale siciliano, il decreto dell’esecutivo (che punta ad accelerare le pratiche di espulsione di migranti che con ogni probabilità non otterranno asilo) sarebbe illegittimo secondo la Costituzione e pure in conflitto con la superiore normativa europea. Per Iolanda Apostolico, come si legge nel provvedimento, “si deve escludere che la mera provenienza da un Paese sicuro possa automaticamente privare il richiedente asilo del diritto a fare ingresso nel territorio italiano per chiedere protezione internazionale”. Meloni è furiosa perché il provvedimento del giudice, almeno in un caso, “rimette in libertà un immigrato illegale già destinatario di un provvedimento di espulsione”. E poi il governo contesta la scelta del giudice di aver dichiarato “unilateralmente la Tunisia un Paese non sicuro”, compito che spetta ai governo e non ai magistrati. Insomma: per il premier si tratta di un’inaccettabile azione politica contro “i provvedimenti di un governo democraticamente eletto”.

La risposta dell’Anm

Immediata è arrivata la replica dell’organo di autogoverno della magistratura. Sezione siciliana. “L’Anm di Catania esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega Iolanda Apostolico, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte”, ha scritto il presidente Alessandro Rizzo in una nota. Chiedendo “altre modalità” nei rapporti tra governo e giudici, l’Anm parla di “parole sbagliate per toni e contenuti”. “La magistratura esamina i ricorsi anche contro provvedimenti dell’autorità amministrativa e li decide sulla base delle leggi”, spiega Rizzo. “Il fatto che una questione abbia significato politico è vicenda di tutti i giorni. La magistratura si occupa spesso di cose che hanno ricadute politiche, ma ciò non può legittimare la convinzione che dietro le decisioni dei giudici ci siano motivazioni politiche e che la magistratura faccia politica”.

Salvini: “Ora riforma della Giustizia”

Ma ormai è “guerra” aperta, almeno sul tono delle dichiarazioni. A Matteo Salvini non è sfuggito l’articolo del Giornale di stamattina in cui i cronisti hanno scoperto dai profili social della Apostolico le sue simpatie politiche. Su Facebook, prima che il profilo venisse reso privato, si trovano petizioni per la mozione di sfiducia contro il leader della Lega (allora ministro dell’Interno), condivisione di articoli sulle Ong e svariati “like” a pagine di organizzazioni umanitarie e “no boder” vari. “Le notizie sull’orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi ma purtroppo non sorprendenti – attacca Salvini in una nota – Già nel 2019, quando ero al Viminale, ci scontrammo con giudici del Tar che cercavano di boicottare i Decreti sicurezza e che sposavano pubblicamente le tesi della sinistra. Il tutto senza dimenticare le rivelazioni di Luca Palamara e le intercettazioni contro il sottoscritto che “va fermato anche se ha ragione”. La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento, perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra. Io, venerdì, andrò all’udienza di Palermo dove rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini e ridotto drasticamente sbarchi e tragedie in mare. Chi ha la coscienza pulita non si fa intimidire. Ed è con questo spirito che faremo la riforma della Giustizia, con separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati che sbagliano”.