Grazie progressisti: l’islam conquista il Duomo di Milano

L’ayatollah Khamenei può esultare: la bandiera della Palestina sventola sul simbolo della cristianità. E tutto grazie ad un candidato di Alleanza Verdi e Sinistra

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Bandiera palestina Duomo

Qualche anno fa eravamo terrorizzati nel vedere i fotomontaggi strampalati dell’Isis, con le bandiere del califfato sul Colosseo in fiamme. Scenari apocalittici e spaventosi, ma che immaginavamo lontanissimi.

Oggi, tra gli applausi dei progressisti nostrani, viene issata sul Duomo la bandiera di una nazione nella quale un’organizzazione terroristica, Hamas, ha vinto le ultime elezioni e nella cui società è subdolamente infiltrata, facendo scontare la sua ingerenza alla popolazione civile.

E anche presupponendo la buona fede unicamente pacifista di chi ha compiuto questa idiozia (rivendicata da un candidato alle europee di Alleanza Verdi-Sinistra) e tralasciando i ridicoli standard di sicurezza del Duomo (roba che neanche Checco Zalone in “Che bella giornata”), il gesto è chiaro e verrà interpretato dall’Islam radicale come una vittoria culturale, che forse mai avrebbe immaginato, nei confronti dei nostri simboli e della nostra cultura.

Immaginate il giubilo della guida suprema iraniana Khamenei, che già negli scorsi giorni si era complimentato con i propal all’interno delle nostre università per le proteste serrate contro Israele, nel vedere un simbolo del cattolicesimo sormontato dalla bandiera di uno stato controllato da terroristi islamici.
Una giornata da ricordare.

Tra l’entusiasmo stupido di chi si commuove sognando che dopo gesti simili il mondo entrerà in un’era di pace e ci stringeremo in cerchio cantando “Imagine” di John Lennon, il messaggio di realpolitik che traspare è chiaro ed è di tutt’altro significato: un atto di pura sottomissione.

Alessandro Bonelli, 5 giugno 2024

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