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Green pass, basta infamie contro Cacciari e Agamben - Seconda parte

Sul green pass non ho maturato ancora una mia tesi netta ma condivido la critica alla “leggerezza” con cui il governo, ma direi tutti noi, stiamo liquidando la questione della libertà, o rimuovendola o facendo improponibili paragoni con il semaforo rosso o il casco automobilistico. Cioè di nuovo confondendo l’empirico con il trascendentale, il concreto con il cosiddetto “astratto” che è in verità il più concreto ancora. Non vorrei che con questa stessa “leggerezza” potessimo accettare un giorno le più crudeli costrizioni, anche quelle assolutamente ingiustificabili. Nella perdita della libertà non solo si può cascare senza volerlo, o senza accorgersene, ma si può addirittura arrivarci credendo che sia quella la vera libertà. La verità in democrazia viene fuori, almeno tendenzialmente, dalla discussione e dal ragionamento, dalla contrapposizione delle idee e non dalla demonizzazione dei diversamente pensanti. Men che mai Cacciari e Agamben, che di tutto possono essere accusati (per me sono troppo di sinistra), possono esser fatti passare per incompetenti e messi a paragone con le insindacabili sentenze degli “esperti”. Certo, caro Gramellini, un filosofo non deve fare il virologo, ma non vale nemmeno l’inverso. Qui ci sono questioni filosofiche, di principio, che rivendicano il loro peso, esigono attenzione. Solo dalla sintesi fra competenze diverse, e tutte fallibili, nasce la verità. Almeno in democrazia.

PS L’articolo più divertente che ho letto sul caso è di una persona che stimo tantissimo e che come me scrive sul quotidiano diretto da uno dei più “liberali” giornalisti che abbia mai conosciuto: Piero Sansonetti. Ed è proprio sul Riformista, che Paolo Guzzanti, è di lui che parlo, sempre lucido e quasi sempre condivisibile, questa è arrivato a scrivere che la colpa delle “sciocchezze” dette da Cacciari e Agamben in fondo in fondo non è loro ma…di Benedetto Croce. Fu il filosofo italiano, vero e non conosciuto capro espiatorio per molti della generazione di Guzzanti, che trasmise ai nostri filosofi un “istintivo disprezzo verso la scienza empirica, di cui tutta la Medicina è parte”. Beh, ho detto divertente perché questa volta, mi permetta Guzzanti la battuta, i ruoli fra lui e la figlia Caterina (che pure cita nel pezzo) sembrano essersi invertiti!

Corrado Ocone, 29 luglio 2021

 

 

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