I nostri grandi filosofi, sempre in omaggio all’aureo principio che se non sei un virologo televisivo non hai diritto di parola, e infatti Agamben e Cacciari, in quanto non virologi, devono stare muti, sostengono altresì con sussiego che “la filosofia deve cedere alla scienza” (ossia a Cecchi Paone e a Selvaggia Lucarelli); il che però è molto grossolano per varie ragioni, dato che semmai è l’attività dello scienziato a essere sottoposta alla filosofia, vale a dire alla critica epistemologica e logica.
E infatti la scienza si esprime attraverso il linguaggio, e quindi il filosofo può valutare chiarezza e sensatezza del linguaggio. Ad esempio, i filosofi negano che siamo di fronte a vaccini “sperimentali”, dato che “sono stati testati”. Ovvio, si sperimenta testando, ma quel che conta è che l’EMA ha chiaramente precisato che la sperimentazione finirà in due fasi, dicembre 2023 e luglio 2024, quindi “il filosofo”, vale a dire qualsiasi persona normale, che è perfettamente in grado di leggere quei chiarissimi documenti, si trova sorprendentemente in condizione di sindacare Cecchi Paone, Lucarelli e Bassetti quando dicono il contrario.
Salvo che i nostri notevoli filosofi, essendo immersi in troppo alati pensieri, quei documenti manco li hanno letti; evidentemente, loro le informazioni scientifiche le attingono da Tagadà e dall’Aria che tira, ossia quella che Kuhn chiamerebbe “scienza normale”.
Fabio Massimo Nicosia, 11 gennaio 2022