C’era da aspettarselo. Manco il tempo di abituarci all’introduzione del green pass per lavorare che già pensano di prolungarlo. Secondo la Stampa, infatti, Mario Draghi oltre a prendere a schiaffoni i sindacati sulle pensioni pare stia ragionando sull’ipotesi di prorogare “almeno fino a marzo” l’obbligo di lasciapassare verde. La linea l’ha dettata ieri Pierpaolo Sileri: “Toglieremo prima il distanziamento, poi le mascherine al chiuso e infine il green pass”. Quindi mettetevi comodi.
La decisione, se venisse confermata, nasconde però almeno quattro insidie.
1. Come abbiamo fatto notare su queste umili colonne, il 31 gennaio lo stato di emergenza non potrà essere rinnovato come fatto in passato. Se non vogliamo cadere in uno “stato di eccezione” (Cacciari dixit), allora è necessario che il Parlamento e l’opinione pubblica vengano coinvolti in questa decisione che comunque non potrà essere presa all’ultimo momento. L’alternativa potrebbe essere quella di estendere il green pass senza fare altrettanto con la legislazione emergenziale, il che si trasformerebbe in una vera e propria discriminazione per i non vaccinati, che – in assenza di emergenza – verrebbero sostanzialmente trattati da reietti.
2. il lasciapassare sta mostrando tutte le sue debolezze intrinseche. Lo abbiamo detto e ridetto: il rischio è che fornisca una falsa sensazione di sicurezza ai suoi possessori, che vaccinati e contenti girano liberamente anche se positivi. Leggasi il caso di Martina Colombari.
3. L’Europa non aveva ancora fatto i conti con gli attacchi hacker. Il mistero del green pass di Hitler e le notizie sul furto delle chiavi che producono i green pass dimostrano che lo strumento rischia di trasformarsi in un enorme boomerang nella lotta al coronavirus.
4. Non dimentichiamo poi altri due aspetti. Da una parte quello discriminatorio, visto che di fatto impedisce a chi ha scelto legittimamente di non vaccinarsi di lavorare, divertisti, vivere. E poi i danni economici che il lasciapassare può produrre: in Uk hanno fatto i conti, e si parla di 18 miliardi di euro. Mica spiccioli.