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Green pass globale dell’Oms: prima l’allarme, poi il governo fa retromarcia

“Non abbiamo alcuna intenzione di aderire”, l’annuncio del ministro Orazio Schillaci: ecco di cosa si tratta

schillaci green pass © tramite Canva.com

Prima l’allarme, poi la precisazione. Ieri è stata la giornata del green pass globale, il progetto lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’Unione europea. Nel decreto Pnrr approvato la scorsa settimana e pubblicato in Gazzetta ufficiale, è presente un riferimento allo strumento sanitario e il governo è stato costretto a fare retromarcia. Un malinteso emerso già nel comunicato post vertice governativo, nel quale si leggeva che il decreto “consente il riutilizzo della piattaforma creata per la verifica del Green Pass, validata a livello europeo, anche per altre e future certificazioni sanitarie”. In particolare, all’articolo 43 una disposizione per “far fronte a eventuali emergenze sanitarie, nonché per agevolare il rilascio e la verifica di certificazioni sanitarie digitali utilizzabili in tutti gli Stati aderenti alla rete globale di certificazione sanitaria digitale dell’Organizzazione mondiale della sanità”. Nel bel mezzo del tam tam, ci ha pensato il titolare della Salute Orazio Schillaci.

“A seguito dell’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto-legge del 26 febbraio, ritengo utile precisare che il governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘green pass globale’ dell’Oms”, ha chiarito in una nota il ministro della Salute, Orazio Schillaci. “In sede di conversione del decreto-legge, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi Pnrr in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico”. Un sospiro di sollievo dopo le tante chiacchiere estive sullo strumento tanto caro alla sinistra, ma di cosa si tratta nel concreto?

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Nato da un accordo tra l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unione europea del giugno scorso, il green pass globale è un documento per la condivisione dei dati sulla certificazione vaccinale a livello internazionale. Uno strumento nato per sviluppare – sulla scia della pandemia da Covid-19 – un sistema da utilizzare in altri casi, come ad esempio, la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi. Come facile immaginare, complice la mancata adesione dell’Italia, la partecipazione alla rete mondiale di certificazione sanitaria digitale dell’Oms “è volontaria per gli Stati membri dell’Ue”. L’intesa amministrativa messa nera su bianco da Commissione e Oms non è vincolante per le due organizzazioni, mentre per quanto concerne la digitalizzazione del certificato, questa fa parte della strategia digitale dell’Oms, presentata nel 2020, che punta, in un quadro di ampliamento della sicurezza sanitaria globale, anche attraverso lo sviluppo della telemedicina.

Fortunatamente il governo ha deciso di non sposare la linea rossa, mettendo così a tacere preoccupazioni e speculazioni. Una scelta che rispetta totalmente l’autonomia e la sovranità di Roma, coerentemente con tutti i provvedimenti assunti dall’inizio della legislatura. Un’unica stella polare: mantenere gli impegni presi con gli italiani. L’era Speranza è finita e non deve tornare più.

Massimo Balsamo, 6 marzo 2024

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