Per essere il governo dei migliori e dei competenti, quello Draghi conta al suo interno tra i ministri più inutili o incapaci dell’ultimo ventennio. E non tanto e solo i politici, quanto proprio coloro che in linea teorica dovrebbero essere tecnici. È proprio nel loro settore di competenza che si rivelano inetti, semplicemente perché la politica non richiede tanto competenza, quanto capacità di visione. Il lettore penserà subito a Luciana Lamorgese, la regina dei rave ma anche degli sbarchi a go go tornati ai ritmi dell’Alfano ministro dei governi di sinistra. Oltre a lei, un altro ministro che certo fino ad ora non sembra aver brillato è quello della Università. Trattasi di dicastero di serie B, nonostante l’immensa importanza del settore che si trova a gestire. Ma non ha una sua reale autonomia, a seconda dei governi riappare come può scomparire pochi mesi dopo con un nuovo esecutivo, per tornare inglobato alla Istruzione.
In genere quelli di sinistra lo tirano fuori dall’armadio perché elettoralmente l’Università è tra i principali clientes dei progressisti. Nonostante questo, a dirigerlo si reclutano figure per lo più ignote agli stessi addetti ai lavori della politica, quasi sempre rettori od ex rettori, che sarebbe come mettere alla Difesa il Generale di Stato Maggiore o agli Esteri un ambasciatore. Una scelta a giusto titolo considerata miope e infatti a cui si fa ricorso raramente. Invece per il dicastero dell’Università tutti tecnici, cioè tutti ex rettori. Talmente non politici, che quando poi lo diventano si accorgono spesso di non possedere visione, interesse, capacità. E tutto così resta nelle mani del vero ministro di molti ministeri e sicuramente di quello della Università: la burocrazia, che comanda davvero, mentre il ministro tiene solo conferenze e rilascia interviste. Non sembra essere molto diversa la sorte dell’attuale ministro, o ministra a dir si voglia. Che però si è spinta più avanti e vuole trasformare i docenti in controllori. Della preparazione degli studenti? No, del green pass.
Cristina Messa professore di Radiologia, rettore (rettrice no per carità) della Bicocca di Milano e ora ministro della Università, è stata per mesi sconosciuta ai più, pare agli stessi colleghi ministri. Finiva sulla stampa solo perché invitava gli atenei a “prendere provvedimenti” contro docenti, per lo più di destra (salvo Gozzini) coinvolti in bufere mediatiche. Si è però ben guardata dall’esprimersi sul caso Montanari, nonostante le diverse sollecitazioni. Poi qualcuno deve averle chiarito che nel nostro ordinamento il Ministro non può far licenziare i docenti ma non può neppure imporre alcunché agli atenei, autonomi per quanto statali. Ben più saggio e misurato il suo predecessore, nonostante la compagine giallorossa. Ora però il ministro si trova nell’occhio del ciclone per il disastroso risultato del test di ingresso di Medicina, con domande sbagliate che rischiano di inficiarne la validità, In una intervista al Corriere della Sera dell’11 settembre Messa cerca di giustificare il tutto ma è evidente che si tratta dell’ennesima figuraccia del governo dei migliori.