Martino Zanetti, presidente del gruppo Hausbrandt, ha diffuso una nota nella quale afferma: «Appoggio e avvaloro il ripristino della legalità, dei principi costituzionali e della democrazia mancanti in Italia in questo momento. Siamo attualmente senza libertà e senza sicurezza al posto del buon senso imperano poca chiarezza e poca lungimiranza». Secondo l’industriale del caffè, «la libertà personale è stata messa in secondo piano nel nome di una falsa tutela collettiva con il risultato di non avere né l’una né l’altra.
Ormai è chiaro che il green pass non piace a molti italiani, che osservano all’estero la Danimarca, la Spagna ed altre Nazioni dove tutto è tornato alla normalità e le libertà personali sono pienamente ristabilite. Ma stranamente, i sostenitori della certificazione verde guardano all’estero solo quei casi dove le restrizioni tendono ad inasprirsi, come ad esempio l’Austria, dove si pensa a confinare in lockdown esclusivamente i non vaccinati, una misura chiaramente estrema e discriminatoria.
Come riporta il giornalista della Verità Alessandro Rico in un suo post su Facebook: “I media presentano l’ipotetica stretta inglese con il compiacimento di chi crede che essa dimostrerebbe la saggezza della via italiana, cioè la necessità di conservare limitazioni e introdurre l’odioso dispositivo discriminatorio del green pass. La realtà è che se Londra facesse marcia indietro, ciò non deporrebbe affatto a favore della strategia basata sul mantra del vaccino sola salus. Come sapete, io sono assolutamente pro vaccino e se fossi un over 50 mi sottoporrei anche alla terza dose. Dopodiché, è evidente che i preparati in circolazione sono, per volontà dei loro produttori o per limiti intrinseci, ben più loffi di quanto volessero farci credere quando ci promettevano: “Ne usciremo grazie ai vaccini”. E non si tratta solo di mancata sterilizzazione, della quale potremmo infischiarcene, ma evidentemente anche di protezione dalle forme gravi, altrimenti nessuno, in Israele e in Inghilterra, si sarebbe preoccupato per gli ospedali. La verità è che i vaccini hanno sicuramente salvato e salveranno tanti soggetti esposti a conseguenze letali del Covid, ma non sono stati sufficienti a portarci fuori dalla pandemia: il che non significa “nuova normalità”, come piacerebbe a qualcuno, ma fine di tutte le misure di profilassi, mascherine incluse”.
Anche Massimo Cacciari interviene con delle riflessioni molto importanti, sottolineando che lo “stato d’emergenza” non deve tramutarsi nello “stato d’eccezione”. Tra tre mesi o poco più scade lo stato di emergenza per il coronavirus e rinnovarlo non sarà così semplice. Il decreto legislativo del 2008, il numero 1, che disciplina il Codice della Protezione Civile, su questo punto parla chiaro: all’articolo 23, comma 3, precisa che “la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi”.
Dunque, se proprio non si riesce a farne a meno, non si possono superare i 24 mesi consecutivi. Il che significa, nel caso italiano, non oltre il 31 gennaio. Si spera quindi di non ascoltare più il leitmotiv: “Siamo in stato d’emergenza”, accompagnato da compressione delle libertà fondamentali a partire da gennaio 2022.
Carlo Toto, 26 ottobre 2021