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Green pass, le voci dei discriminati

Aumentano di giorno in giorno i cittadini ed i lavoratori contrari al super green pass

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Aumentano di giorno in giorno i cittadini ed i lavoratori contrari al super green pass. In un servizio realizzato da La7 per il programma Tagadà, molte persone hanno espresso il loro dissenso nei confronti della certificazione verde. Alla domanda del giornalista: “Lei aderisce allo sciopero contro il green pass”? La risposta è stata un secco sì! È uno strumento discriminatorio afferma l’intervistato aderente allo sciopero.

C’è anche chi dichiara di vederlo come un sopruso e paragona il super green pass ai metodi del nazismo e del fascismo. Un altro intervistato aggiunge: “Se tu mi dici che il vaccino serve ad immunizzarmi, allora chi non si è vaccinato che problemi da a me? Nessuno.” Queste parole rafforzano quello che ho sottolineato in un mio precedente articolo che stigmatizzava l’assurda lotta tra vaccinati e non vaccinati. Uno scontro che provoca solo inasprimento degli animi ed instilla odio nel tessuto sociale. Il super green pass di fatto potenzia questa divisione e potrebbe entrare in contrasto con l’articolo 3 della Carta Costituzionale che vieta ogni forma di discriminazione.

Sempre nel servizio tv un lavoratore Atm evidenzia che sul contratto all’epoca non c’era scritto che una persona veniva assunta in base alla somministrazione di un vaccino. “Attualmente nel settore ferroviario e del trasporto urbano c’è una fetta consistente di lavoratori che ha deciso di non vaccinarsi”, sottolinea Antonio Del Prete segretario Ugl ferrovieri Lombardia. Un altro lavoratore pone l’accento sui danni economici prodotti dal green pass: “Ho deciso di aderire allo sciopero perché io non sono vaccinato, e oggi per venire al lavoro, io che faccio i turni devo per forza spendere circa 250 euro mensili, sottratti da uno stipendio di un autista che con venti anni di azienda è di 1600 euro.

Ormai è evidente che i due effetti collaterali del super green pass si traducono secondo le opinioni dei protagonisti del servizio giornalistico in danni di tipo economico e discriminatorio, dunque sarebbe auspicabile valutare altre soluzioni capaci di tutelare libertà e salute.

Carlo Toto, 8 dicembre 2021

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