Grenfell Tower, esce il report sul rogo in cui morirono 2 italiani

Nel rogo del grattacielo, avvenuto il 14 giugno 2017, morirono 72 persone: ecco cosa emerge dall’inchiesta

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Incendio Greenfell tower

L’inchiesta sull’incendio della Grenfell Tower di Londra del 14 giugno 2017 ha acceso i riflettori “sulla disonesta, sull’incompetenza e sull’avidità” delle aziende private coinvolte, ma anche di istituzioni pubbliche, servizi di soccorso, politici locali e governo nazionale. È tranchant il rapporto finale sul tragico rogo che provocò 72 morti nel quartiere di lusso di Kensington e Chelsea. Tra le vittime anche una coppia di giovani italiani: la 26enne Gloria Trevisan di Camposampiero e il 27enne Marco Gottardi di San Stino di Livenza.

Il rapporto firmato dalla commissione indipendente d’inchiesta guidata da sir Martin Moore Bick, alto magistrato a riposo, è articolato in 1.700 pagine tra raccolta di elementi e testimonianze sul rogo: più di 300 udienze pubbliche e l’analisi di circa 1.600 dichiarazioni. Gli esperti hanno acceso i riflettori sui “decenni di fallimenti” attribuiti ai vari governi nazionali e a una quantità di soggetti come cause ultime della strage. Senza dimenticare le negligenze normative, di manutenzione e di controllo.

I maggiori responsabili dell’incendio secondo l’inchiesta sono i produttori del rivestimento, accusati di “disonestà sistematica” e di aver utilizzato “strategie deliberate e sostenute” per far apparire sicuri i loro prodotti. La società Arconic che aveva realizzato i pannelli di rivestimento per l’esterno della torre, è stata ritenuta responsabile di aver “deliberatamente nascosto” il rischio per la sicurezza. E ancora, riporta Agi, le società Celotex e Kingspan che hanno prodotto l’isolamento sono colpevoli di aver fuorviato le aziende “incompetenti” che hanno lavorato alla ristrutturazione della Grenfell Tower nel 2011, ossia Studio E e Harley Facades. Queste ultime, a loro volta, sono responsabili “in modo significativo” del disastro, mentre la supervisione del lavoro da parte del project manager Rydon ha portato a una cultura dello “scaricabarile”.

Ma non è tutto. La commissione ha evidenziato che i governi nazionali hanno perso “molte opportunità” per affrontare i rischi posti dai rivestimenti infiammabili dall’inizio degli anni Novanta. Pioggia di critiche per il governo conservatore-liberaldemocratico del 2010 a proposito della revisione delle normative, che ha portato a “ignorare, ritardare o trascurare le questioni di sicurezza”. E ancora, il consiglio di circoscrizione di Kensington e Chelsea hanno avuto una “persistente indifferenza alla sicurezza antincendio”. Dito puntato anche sulla London Fire Brigade, rea di non aver pianificato una strategia per evacuare la Grenfell Tower dopo aver perso il controllo del rogo. Carenze anche per i vigili del fuoco, in particolare sull’organizzazione e gestione della sala di controllo e sulla raccolta di informazioni necessarie per consentire alle squadre di prepararsi efficacemente per rispondere agli incendi. In base a quanto verificato dalla commissione di Marin Moore Bick, la causa principale di tali problemi è stata una “cronica mancanza di leadership efficace”, combinato a “un atteggiamento di compiacenza”.

Non sono tardate ad arrivare le prime reazioni. Il premier britannico Keir Starmer si è scusato con le famiglie delle vittime: “Sette anni ancora in attesa della giustizia che meritate – le sue parole riportate dalla Bbc – voglio dire chiaramente a tutto il Paese che siete stati delusi in modo così grave, prima, durante e dopo questa tragedia”. Il primo ministro si è scusato a nome dello Stato britannico: “Non sarebbe mai dovuto accadere”.

Franco Lodige, 4 settembre 2024

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