Politiche green

Greta Thunberg si diploma per continuare a scioperare

La giovane attivista svedese, divenuta simbolo dell’ambientalismo nel mondo, si è diplomata. Non dovrà più saltare la scuola

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Oh, ce l’ha fatta. Alla verde età di 42 anni Greta Thunberg si è presa il diplomino. In realtà sono 20, e io provoco, ma il fatto è che la faccenda resta talmente imbarazzante che i media eurotarocchi la nascondono: nessuno riporta la sua età, tutti si concentrano sull’epifania, un diploma con 2 anni di ritardo come secondo avvento per una indisponente la cui uscita dalla scuola primaria viene salutata come se camminasse sul mar Baltico. Ma la nostra mitomane, ogni treccia un capriccio, è abituata ai prodigi: primo caso di diplomata dopo essere stata laureata, all’Università di Helsinki, che le ha da poco tirato dietro un pergamena in Teologia con la motivazione a suo modo esemplare: “Perché ci vuole coraggio”. Ma forse era riferita ai dementi che l’hanno insignita.

Ci vuole coraggio, sì. A prendere il giro il mondo per 5 anni. A farsi scarrozzare dai petrolieri in nome dell’ambiente. Ad impancarsi scienziata sedicenne senza mai frequentare la scuola. A diffondere ansia millenaristica senza alcun fondamento. A contagiare di fancazzismo da fine settimana coetanei già abbondantemente infetti dal virus. A spaziare, da squilibrati, e da somari afasici e allergici al banco di scuola, per lo scibile umano dal clima al razzismo al genderismo all’antifascismo al vaccinismo, essendo lei la più riuscita marionetta delle agende europee che ci svitano la testa per riavvitarcela in modo disumano, insostenibile, a guisa di robot.

Una nullafacente diventata in un baleno una icona mondiale, un prodotto di consumo, grazie ad un battage inaudito e ai finanziamenti dei peggiori figuri sulla faccia della terra, ci sono tutti, non ne manca nessuno: in Breakthrough Energy Europe, maligna metastasi finanziaria, stavano stretti stretti nell’estasi d’affari Richard Branson di Virgin Air, Bill Gates, Jack Ma di Alibaba, Mark Zuckerberg di Facebook, Bin Talal Al-Waleed, Ray Dalio di Bridgewater Associates; Julian Robertson del gigante degli hedge fund, Tiger Management; David Rubenstein, fondatore Carlyle Group; George Soros, presidente Soros Fund Management; Masayoshi Son, fondatore di Softbank, in Giappone. Ecco cosa è la globalizzazione ed ecco da dove usciva questa ragazzina berciante che, vedi caso, mentre la metastasi siglava l’accordo fantastiliardario per stravolgere il pianeta, si palesava col primo dei suoi vaticini ad alto tasso non di CO2 ma di Cialtronaggine: “Fra 5 anni saremo tutti morti”.

I 5 anni sono appena scaduti e lei ha cancellato il tweet, poi è passata a ritirare il diploma con un tasso di assenteismo scolastico del 100%: ce ne sarebbe per una Norimberga almeno per truffa globale totale e rapina, perché qui siamo proprio all’assalto alla diligenza delle credenze, delle paure, delle speranze: l’inganno supremo. L’esamino di stato dev’essere stato uno spettacolo: signorina Greta Thunberg, ci parli di Shakespeare: “Morirete tutti”. Allora ci parli di Omero: “Come osate, stronzi, mi state rubando il futuro”. Va beh, promossa con lode, vada, vada pure. E lei che esce con la faccia contratta del demonio, ma le scappa da ridere: disagiata sì, ma ha capito presto come gira questo mondo di coglionazzi.

Chi scrive ha incontrato alcuni ex portavoce di alcune istituzioni di vertice dello stato italiano che ebbero in sorte la disgrazia di riceverla, la bertuccia, ehm la bambina, ehm la Gretina: ancora se la ricordano, mi hanno dato un giudizio sereno e spassionato. Mai, raccontano, si era vista una creatura più prepotente, arrogante, odiosa, supponente, ignorante, egolatrica, impossibile. Nessuno doveva entrare, nessuno poteva azzardare non dico una domanda ma neanche un saluto, se no entravano in azione i bisonti della security, tutti a distanziamento sociale ma il Covid non c’entrava, hotel solo per lei, i treni solo per lei, rompeva i coglioni a tutti e guai se trovava uno a farsi un sorso da una bottiglietta, però la sua vita navigava in un mare di plastica.

Sono le ipocrisie cui chi più chi meno indulgiamo tutti, appena possiamo, ma che nel caso della scioperata missionaria assumono proporzioni immani, insomma la manichina della finanza “verde” è l’esempio più mortificante degli ultimi 5 anni: il mondo, Papa e presidenti inclusi, ridotto ad andarle dietro, e qui bisogna intendersi, bisogna giocare leale, o è una disadattata pesante, della quale cosa lei stessa si vanta al punto da averci costruito la carriera da terainfluencer climatica; o è una paracula che da sola supera le millantamila Chiare Ferragni di tutto il mondo. Nel primo caso non andava presa sul serio, nel secondo neppure.

Sta di fatto che il “dibattito scientifico” sul clima è stato affidato a una che dice di sé: non so stare in mezzo agli altri, non vado a scuola, però posso vedere la CO2 depositarsi sul palazzi. A questa stregua, poteva presentarsi uno a dire: seguitemi, io posso vedere la danza dei virus per aria, e il Covid era risolto (difatti, ci siamo andati vicini, con le metologie dei compagni Speranza, unitevi). Sì, è stata una truffa colossale, che ancora continua. Perché la signorina, ormai uscita dall’istituto e dall’adolescenza, oscurata da stessa, divorata da se stessa, non più appetibile per un mercato pubblicitario che inclina pericolosamente verso il lolitismo moralistico, ovviamente non si arrende come chi non ha altro da offrire se non la finzione perenne: “Oggi mi diplomo, il che significa che non potrò più partecipare agli scioperi scolastici per il clima”.

È la sintesi hegeliana della gretinaggine, senonché la nostra insiste: “Però continuerò a protestare ogni venerdì (sic!) perché c’è ancora molto da fare”. Sì, per esempio amministrare la ricca fondazione messa insieme a colpi mediatici e truffaldini; gestire le folle di mocciosi che raccolgono il testimone della stupidità viziata; allevare nuove generazioni di balordi foraggiati dai soliti, ma ridotti a cagare nelle fontane e ad esibire certe tettine asfittiche coperte di fango: li chiamavano gretini, continuavano a chiamarli gretini, e poi li chiameranno al grande fratello; ma qualcuno farà il salto di qualità in senso terroristico.

L’unica cosa da fare sarebbe prendere a pedate nel culo, tipo Renato Pozzetto, certi personaggi, ma poi dicono che sei fascista e inoltre che il Moloc dei cambiamenti climatici ti punirà scatenando qualche inondazione o morìa, perché ormai siamo ridotti a venerare nella superstizione punitiva una ragazzina che spiega il clima agli scienziati. Sì, è vero, dovevamo estinguerci 5 anni fa, peccato che fosse una bufala, come sempre nel pianeta Greta.

Max Del Papa, 10 giugno 2023

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