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Gruppo FS, con il piano di Ferraris neutralità carbonica con 10 anni di anticipo

Carbon neutrality al 2040, è lobiettivo del Gruppo FS  fissato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris e più volte ribadito. Un impegno preciso e sfidante, con cui il Gruppo contribuirà alla mitigazione del clima, anticipando gli obiettivi europei che prevedono il target di zero emissioni” al 2050. A rendere possibile questo anticipo di 10 anni sulla tabella di marcia sono i forti investimenti green previsti dal nuovo piano industriale presentato a maggio. La strategia del Gruppo Fs si muove su più fronti: la riduzione dei consumi grazie all’efficientamento energetico; sempre più linee elettrificate e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Per gli impianti industriali, l’obiettivo è in particolare autoprodurre energia pulita, proveniente da fotovoltaico e mini eolico per un valore di 2,6 terawattora.

 

Meno consumi per decarbonizzare

Se la sfida oggi è la neutralità carbonica, giova ricordare che il treno è già, di per sé, amico dell’ambiente: sebbene i trasporti rappresentino il 27% delle emissioni di gas a effetto serra in Italia, le emissioni del settore ferroviario incidono infatti solo per lo 0,4% del totale, contro il 72% del trasporto su strada, il 14% di quello marittimo e il 13% degli aerei. Per toccare con mano le scelte green già compiute dal Gruppo FS è sufficiente sfogliare il Rapporto di Sostenibilità 2021: sono state 30mila le tonnellate di CO2 risparmiate sui consumi per trazione ferroviaria rispetto all’anno precedente, malgrado la ripresa del traffico passeggeri e merci dopo l’acme del Covid. Tutto questo è reso possibile dal continuo rinnovo della flotta ferroviaria e dalla scelta di usare energia rinnovabile. Il Gruppo guidato da Ferraris ha inoltre spinto al 61% lapprovvigionamento di energia elettrica per usi diversi dalla trazione ferroviaria con garanzie di origine, ovvero prodotta da fonti rinnovabili certificate, contro il 37% del 2020. Non solo, la società del Polo Logistica, TX Logistik copre il 94% dei propri consumi di trazione ferroviaria con energia certificata all’origine.

 

L’amministratore delegato del Gruppo FS, Luigi Ferraris

1,6 miliardi di euro per autoprodurre energia green

Per contribuire alla transizione ecologica il Gruppo FS punta a soddisfare almeno il 40% del proprio fabbisogno di energia elettrica servendosi di fonti rinnovabili, investendo per il loro sviluppo 1,6 miliardi di euro.  Per fare questo riqualificherà 30 milioni di metri quadri di terreni, aree limitrofe alle ferrovie e aree stradali per installare impianti fotovoltaici e di mini eolico. L’obiettivo è ridurre la CO2 di altre 7,5 milioni di tonnellate annue. Scelta che, nel segmento passeggeri, farebbe calare le emissioni di circa 2,8 milioni di tonnellate e in quello merci di circa 2,9 milioni. Nel corso del 2021 Trenitalia ha intanto raddoppiato la produzione di energia a uso industriale, da impianti fotovoltaici, realizzando tetti “green” sui fabbricati delle officine di Verona, Torino Smistamento e Firenze Osmannoro.

 

Un particolare degli impianti fotovoltaici installati alle Officine Trenitalia – Scalo San Lorenzo

Rinnovo della flotta: meno consumi e treni “riciclabili”

Il Gruppo FS, che ha da poco lanciato il nuovo Intercity Green, nel prossimo futuro metterà in servizio 46 nuovi treni AV, 34 Intercity e 495 convogli regionali, ancora più leggeri ed ecologici: il Frecciarossa 1000, più leggero dell’ETR 500 di circa 150 tonnellate, è riciclabile al 94%. Sui regionali Pop e Rock, che consumano il 30% in meno di energia rispetto ai precedenti convogli, la possibilità di riciclo dei materiali sale al 97%. Il treno Blues, a tripla alimentazione (elettrica, diesel e batterie), consentirà una riduzione del 50% di carburante e una riduzione significativa del CO2 rispetto ai treni attuali. Le performance ambientali di questa nuova generazione di convogli, insieme a quelli del Frecciarossa 1000, sono state riconosciute anche dal mercato e hanno permesso lemissione di un green bond nel 2021. Lemissione di green bond ha coinvolto anche il segmento del trasporto merci su ferro, destinando parte dei finanziamenti raccolti a carri e locomotori di ultima generazione, migliori in termini di efficienza e sostenibilità del servizio di trasporto.

Il biodisel e l’idrogeno

Limpegno del Gruppo FS per l’ambiente trova conferma anche dal crescente impiego di biodiesel (introdotto nel 2020 e con un consumo pari a circa 6,2 milioni di litri nel 2021) e di idrogeno (53 tonnellate di consumi nel 2021) per il trasporto pubblico locale. A cui si aggiunge il sempre maggiore autoconsumo da impianti fotovoltaici (+58% a 4,6 GWh nel 2021) e di energia da solare termico (22 MWht). Misure che partono dal presupposto che è necessario aumentare lo shift modale dal trasporto su gomma, sia di passeggeri che di merci verso il ferro, che deve essere integrato con la strada per il primo e ultimo miglio.

 

La mobilità del futuro

Già oggi in Italia oltre sette treni su dieci (70%) viaggiano su rete elettrificata, con risvolti ambientali positivi; tanto che dei 5.155 GWh elettrici consumati, lenergia elettrica per trazione ferroviaria assorbe l80%. E grazie al Pnrr, che prevede 2,4 miliardi per rendere la rete più green ed efficiente entro il 2026, lasticella è destinata a salire all83%. In parallelo la rete elettrificata, che già oggi supera i 12mila chilometri sui 16.800 totali, crescerà di altri 2.000 chilometri, di cui 573 al Sud. La forte spinta nella lotta al cambiamento climatico, confermata dal Green Deal Europeo e dal pacchetto Fit for 55”, insieme allaccelerazione impressa dai fondi del Pnrr, rappresentano quindi delle opportunità da cogliere per ridisegnare la mobilità del futuro. Una mobilità che sia sostenibile, con il trasporto ferroviario al centro dello sviluppo sostenibile del nostro Paese.

 

 

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