Guai a sottovalutare il generale Vannacci

Il militare accerchiato: prima le procure, poi la Difesa. Ma è un errore pensare che ne verrà scosso

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Prima indagato, poi denunciato e ora persino sospeso. Con l’appuntamento elettorale delle Europee ormai alle porte il cerchio attorno a Roberto Vannacci si restringe sempre più. Le voci di una candidatura del generale al parlamento europeo nelle liste della Lega si fanno ogni giorno più insistenti, e proporzionalmente si moltiplicano gli attacchi all’indirizzo della sua persona.

Il motivo? Sempre lo stesso. Il contenuto omofobo, sessista e razzista del suo Il mondo al contrario, il libro che gli ha consentito di assurgere al centro della scena politica da assoluto protagonista, tanto da spingere gli addetti ai lavori a teorizzare persino la formazione di un partito tutto suo, ma che al contempo gli ha procurato (e continua a procurargli) parecchi guai. Dapprima un indagine a suo carico per istigazione all’odio razziale, poi una denuncia per diffamazione da parte della nota pallavolista Paola Egonu, e, dulcis in fundo, la sospensione disciplinare dall’impiego per undici mesi, con conseguente dimezzamento dello stipendio, per “lesione al principio di terzietà della Forza Armata”.

Senza contare, poi, le accuse di truffa e peculato mossegli dalla procura militare per la vicenda dei rimborsi indebitamente percepiti, relativi al periodo in cui Vannacci ricopriva l’incarico di addetto militare a Mosca. Tutto accaduto in un brevissimo lasso di tempo, come a voler colpire chirurgicamente il generale per metterlo fuori gioco alla vigilia della scadenza elettorale delle europee di giugno. Attacchi a orologeria direbbero in questi casi i maligni.

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Ma attenzione: guai a sottovalutare Roberto Vannacci. Perché, paradossalmente, il generale potrebbe addirittura uscire politicamente rafforzato dalla situazione di assedio in cui adesso suo malgrado si trova. Le convinzioni ideologiche del militare sono infatti tuttora condivise da una parte (seppur minoritaria) dell’elettorato di centrodestra, che oggi si rivede più nelle posizioni di Vannacci che in quelle dei partiti di governo. E non sarà certo mediante il ricorso all’arma giudiziaria che gli accaniti sostenitori del generale smetteranno di essere tali.

Anzi, il contrario. Con ogni probabilità, dopo i ripetuti attacchi ai danni del loro beniamino (nel frattempo divenuto martire), i potenziali elettori del militare finiranno per compattarsi e supportare ancor più convintamente Roberto Vannacci nella corsa che lo condurrà dritto verso gli scranni dell’Europarlamento. Altro che farlo fuori.

Salvatore Di Bartolo, 29 febbraio 2024

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