Lo avevamo preannunciato in tempi non sospetti, esattamente all’indomani del responso delle primarie. E lo ribadiamo oggi: con Elly Schlein segretario, e il baricentro del partito spostato sempre più verso sinistra, una folta pattuglia di attuali esponenti dem potrebbe volgere lo sguardo altrove. Mirare verso altro lidi. La componente più liberale e riformista del partito, infatti, mal digerisce la linea tracciata del neo segretario, e proprio in queste ore starebbe seriamente pensando ad un futuro fuori dal Pd.
La conferma di quanto appena asserito ci giunge direttamente dall’ex capogruppo al Senato Andrea Marcucci, che al Quotidiano Nazionale dichiara: “Il Pd è nato di centrosinistra. L’idea vincente di Veltroni fu quella di tenere in equilibrio le culture socialdemocratiche con quelle popolari e liberaldemocratiche. Se l’equilibrio crolla, crolla anche il Pd, almeno per come lo abbiamo conosciuto in questi anni”.
L’equilibrio tra le varie anime del partito appare dunque sempre più precario e prossimo a venir meno. Troppo radicali le posizioni dell’ultraprogressista Schlein e troppo poco lo spazio riservato a talune correnti (su tutti i liberaldemocratici) perché il Pd possa continuare a lungo a reggere l’urto.
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E così, potrebbero come d’incanto aprirsi nuove incontaminate vie per quei dem scontenti della nuova gestione. Vie che, ça va sans dire, conducono dritto dritto tra le braccia di quel Matteo Renzi che in altri tempi proprio del Pd fu segretario. Ed anche in tal caso ci pensa il solito Marcucci a confermare detta eventualità: “C’è una data annunciata dai leader di Italia Viva ed Azione: entro pochi mesi la nascita di un soggetto unitario dei liberali e dei popolari. E l’intenzione dichiarata di farlo con un percorso aperto e partecipato. Credo che sia un fatto positivo per tutti. Confermo che il processo di unificazione mi interessa”.
Beh, più chiaro di così. Se non si tratta di un annuncio poco ci manca. Siamo lì. Appare tutto fin troppo evidente: il terzo polo stuzzica, e non poco, le centriste fantasie dei delusi dem. E Matteo Renzi (sembra già di vederlo) inizia sin da ora a sfregarsi le mani e a pregustare il sapore di una succulenta rivincita. D’altro canto, chi sta decisamente peggio è Elly Schlein, che si trova suo malgrado a dover fronteggiare delle violentissime scosse d’assestamento che potrebbero lasciare le macerie in casa Pd. L’ipotesi scissione non è mai stata così vicina.
Salvatore Di Bartolo, 31 marzo 2023