“1. A Roma i proprietari privati di immobili pagano la patrimoniale annuale (IMU) al livello più alto d’Italia.
2. Da dieci anni, un immobile privato viene lasciato in mano a occupanti abusivi.
3. Con i soldi dei proprietari privati, il Comune acquista l’immobile occupato”.
Potrebbe riassumersi con questo tweet l’ultima puntata della vicenda riguardante l’edificio sottratto illegalmente, nel 2013, ai legittimi proprietari (rubato, si direbbe per qualsiasi altro bene) per farne un centro sociale (e commerciale, riferiscono le cronache) denominato Spin Time Labs (a questo link, per chi volesse approfondire, un’ampia raccolta di articoli sulla telenovela).
La notizia, infatti, è che la bozza del piano casa del Campidoglio prevede una “valutazione” circa la “fattibilità” di “progetti di recupero” di quello e altri immobili abusivamente occupati, “in considerazione della loro specificità sotto il piano abitativo, aggregativo e culturale”.
Insomma, anziché preoccuparsi di restituire ai proprietari un edificio illegittimamente detenuto da ben dieci anni, sul quale i proprietari hanno persino pagato oltre un milione di euro di euro di Imu, il Comune decide di acquisirlo fra le sue proprietà al fine – evidente – di lasciarlo nella disponibilità di coloro che, compiendo un reato punito (si fa per dire) dal codice penale, lo stanno gestendo indisturbati dal 2013.
Ad aggiungere sconcerto a sconcerto arrivano poi le dichiarazioni del Prefetto di Roma, il quale – in un’intervista a la Repubblica, il giornale che ha anticipato i contenuti del piano casa del Comune – ha osservato che “con l’acquisto si arriverebbe certamente a una regolarizzazione della situazione dello Spin Time”. Affermazione probabilmente corretta sul piano strettamente giuridico, ma devastante dal punto di vista del messaggio diffuso.
A questo punto, proviamo a fare un esperimento. Domani uno di noi rubi un’auto e poi chieda al Comune di Roma di acquistarla, facendosi però lasciare le chiavi. Il furto, in questo modo, sarebbe “regolarizzato”. Scommettiamo che non funzionerebbe e che non sarebbe d’accordo neppure il Prefetto? Eh no, queste cose valgono solo per gli immobili, si sa. Per quelli, viene a cadere tutto: principi, codice penale, perfino la Costituzione. Tutto derogabile, sulla base di presunte finalità sociali (e il fatto che il Messaggero, nei suoi mille meritori articoli sulla vicenda, abbia ripetutamente segnalato che in quell’edificio vengono svolte attività commerciali senza regole è, ovviamente, un dettaglio trascurabile).
Tant’è, la linea decisa dall’amministrazione comunale della capitale d’Italia è decisa e non riguarda solo il palazzo di vi di Santa Croce in Gerusalemme, ma anche altri immobili illegalmente occupati. A pagare, per tutti questi acquisti, saranno sempre i contribuenti. Congratulazioni.
Giorgio Spaziani Testa, 3 marzo 2023