L’emergenza rifiuti, l’allarme sicurezza, le strade messe male, le opere a rilento, il robot spara-multe. L’amministrazione Pd a Roma non passerà alla storia, questo appare chiaro. Ma Roberto Gualtieri e la sua squadra sono riusciti nell’impresa di mandare all’aria il concerto di Capodanno del Circo Massimo. Dopo l’esclusione del trapper Tony Effe per i suoi testi “sessisti”, hanno annunciato la loro rinuncia per solidarietà altri due artisti, Mahmood e la cantautrice Mara Sattei, denunciando una forma di censura verso il collega. Risultato: o Gualtieri tira fuori la chitarra o salta tutto. Sì, perchè di fatto si è così svuotato il programma della serata che andrà completamente rivisto.
“Roma Capitale non censura nessuno” la replica del primo cittadino dem, ma “il Concerto di Capodanno ha senso solo se è una festa che unisce e non divide la città” e nel caso di Tony Effe “si sono urtate alcune sensibilità su valori fondamentali”. Gualtieri ha assicurato che Tony Effe “sicuramente avrà occasioni di suonare ancora nella nostra città”. Grazie per la gentile concessione, verrebbe da dire. Ma la verità è un’altra: si tratta di uno degli autogol più incredibili di un’amministrazione locale mai commessi. E non parliamo di un comune di tre mila anime, ma di Roma, della Capitale. A meno di due settimane dall’appuntamento, un evento con 70-80 mila presenze (con conseguente ritorno economico per la città) rischia di saltare. Robe da pazzi.
Uno psicodramma progressista che smaschera ancora una volta le palesi contraddizioni che animano il Partito Democratico e i suoi componenti. Non è un caso che molti artisti scesi in campo al fianco di Tony Effe siano di sinistra: la stupidaggine commessa è talmente grande da non poter essere giustificata nemmeno dagli artisti di riferimento della sinistra. C’è anche da dire che i cantanti che hanno difeso Tony Effe fanno quasi tutti parte della stessa casa discografica. E lo sappiamo, quando ci sono di mezzo i soldi… Ma non solo. Gualtieri & Co. sono riusciti a rendere Tony Effe un martire: un artista che con tutto il rispetto possibile non passerà alla storia per chissà quale capolavoro, ma che invece ha fatto parlare di sé unicamente per qualche provocazione, per la lite con Fedez o per le love story con le influencer. Gualtieri lo ha reso Giovanna d’Arco. Fantascienza allo stato puro.
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Oggi la destra rappresenta la libertà di espressione, c’è poco da commentare. Ma sorprende l’incredibile inversione della sinistra, un tempo in campo contro ogni censura. La religione woke interpreta certamente un ruolo da protagonista, così come le istanze femministe all’interno del mondo rosso. Le quote, il femminile sovraesteso, la parità nelle nomine. E poi se decidi di ingaggiare Tony Effe per il concerto di Capodanno sei costretto a fare un passo indietro, ricorrendo a quella censura che un tempo combattevi. E qui sorge il dubbio: ma non è che lottavi contro i censori per provare a mettere in imbarazzo la destra?
Vi ricordate le battaglie dei pezzi grossi del mondo progressista per la presunta censura nei confronti di Fedez al concertone del primo maggio? Oppure l’incredibile battaglia di Elly Schlein & Co. per le istanze pro-Pal degli artisti a Sanremo? Per non citare le varie castronerie su Scurati, Saviano e così via. Ecco, quello è – o sarebbe – lo stesso Pd che ora caccia Tony Effe.
Gualtieri ha ormai perso la faccia, non ci sono dubbi. Ma in realtà è l’intero Partito Democratico a dover fare i conti con una linea autolesionista che amplifica le incoerenze interne: o ti schieri per la libertà di espressione o con la dottrina woke. Non ci sono vie di mezzo. Non puoi un giorno schierarti contro chi silenzia un artista e il giorno successivo mettere il bavaglio a un trapper – tutt’altro che sconosciuto – perchè “sessista”. La Schlein prenderà posizione? In questo autunno militante Roma pare Caporetto…
Franco Lodige, 19 dicembre 2024
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