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Guerra in Ucraina, Prodi sbotta: “Chi comanda sono Usa e Cina…”

L’ex premier sulle chance di pace tra Kiev e Mosca: “Solo un accordo tra americani e cinesi può far finire la guerra”

Il video è passato un po’ in sordina nel dibattito pubblico. Non però in rete, dove l’intervento di Romano Prodi corre di cellulare in cellulare e di social in social. Non tanto, o non solo, perché si vede l’ex premier un tantino irritato sbottare contro Alessandro De Angelis in diretta. Ma anche per il contenuto della sue frasi sulla guerra in Ucraina e sulle reali possibilità di far concludere il conflitto.

Andiamo con ordine. A Piazzapulita giovedì sera si discuteva del conflitto tra Kiev e Mosca, in particolare delle mosse di Joe Biden che col suo viaggio a Kiev e Varsavia è sembrato voler “dividere” l’Europa. “In questo momento ci sono delle tensioni europee – dice Prodi – Da un lato gli stati baltici con la Polonia e dall’altra tutti gli altri. Ci sono differenze politiche molto vigorose. Il presidente americano è andato a KIev, e questo va bene. Poi è andato a Varsavia ma non a Bruxelles. Dunque io sono obbligato a chiedermi: perché? Perché è andato a Varsavia e non a Bruxelles? Non dico che sia anti-europeo, ma in questa vicenda ha fatto una scelta di una delle ‘parti’ in causa dell’Europa”.

A quel punto interviene anche De Angelis. “Inseriamo anche la principale causa della guerra: c’è Putin che non ha fatto cose mica da ridere…”. Ma Prodi, interrotto, sbotta: “Adesso intervengo io: c’è un momento in cui non abbiamo detto che questa è stata una azione imperdonabile? Nessuno lo mette in dubbio. Ma noi dobbiamo capire come articolare una posizione europea che sblocchi questa situazione”. E a chi gli chiede se la mancata pace sia colpa della Russia o dell’Occidente, il professore spiega: “I russi non stanno lasciando spazio. Ed è per questo che ho sempre detto che solo un rapporto tra cinesi e americani può far finire questa guerra. Chi comanda, comanda no? Non facciamo finta che le cose stiano diversamente. Ci vuole realismo in politica”

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