Guerra Russia-Ucraina, le date da ricordare: gli anni dei tradimenti

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Ecco la seconda parte della cronologia, come riportata nel mio recente libretto: Cara Giorgia, e se avesse ragione la Russia? (21mo Secolo editore), al momento disponibile solo da Amazon. La prima parte era quella degli anni delle promesse. Russi e Ucraini si promisero amicizia indissolubile nel 1654, ribadita nel 1954. Poi l’Ucraina promise di mantenersi Stato neutrale, la Russia promise che avrebbe considerato intangibili i territori dell’Ucraina, e la Nato promise che non si sarebbe espansa a est della Germania. Quelli successivi al 1996 sono gli anni dei tradimenti di tutte le promesse, compresa quella di Volodymyr Zelensky di interrompere la guerra civile in Donbass. Ecco qua.

18.06.1997: Washington, Conferenza sulla «Espansione della NATO». Joe Biden, allora Senatore del Delaware, avanza il progetto di espansione della NATO, pur consapevole che la Russia avrebbe avuto una «reazione vigorosa e ostile».

1999: Primo allargamento della NATO verso Est. Tradendo la promessa del 1990, la NATO si allarga con l’adesione di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Negli anni successivi, fino al 2020, aderiranno alla NATO altri 11 Stati, compresi quelli del Baltico confinanti con la Russia. Nel 2023 e 2024 aderiranno Svezia e Finlandia.

2000: Vladimir Putin è eletto Presidente della Federazione Russa. Sarà riconfermato nelle elezioni successive (l’ultima nel 2024).

29.03.2004: Secondo allargamento della NATO verso Est. Perpetrando il tradimento della promessa del 1990, la NATO si allarga a Est con l’adesione di altri 7 Stati, tra cui quelli del Baltico confinanti con la Russia.

Novembre-Dicembre 2004: Rivoluzione Arancione, tentativo di colpo di Stato in Ucraina. In novembre è eletto Presidente il filo-russo Viktor Yanukovich. Le rivoluzioni di piazza inducono, in dicembre, la ripetizione delle elezioni, che portano alla presidenza il filo-occidentale Viktor Yushenko, che governerà fino al 2010, quando, con inequivocabile larga maggioranza, verrà di nuovo eletto Yanukovich.  Non v’è dubbio che nella Rivoluzione Arancione ci fu il coinvolgimento degli USA, interessati a portare l’Ucraina fuori dalla sfera Russa.

10.02.2007: Monaco, Conferenza sulla Sicurezza Internazionale. Putin interviene lamentando l’espansione della NATO e chiedendo: «Che ne è delle vostre promesse?».

22.01.2010: Alla fine del proprio mandato il Presidente d’Ucraina Viktor Yushenko proclama Stepan Bandera eroe nazionale. Bandera era un neo-nazista che aveva giurato fedeltà ad Adolf Hitler; e come Hitler prefigurava uno Stato d’Ucraina epurato dagli elementi di etnia non ucraina (in particolare d’etnia russa ed ebrei). Avrebbe dovuto essere processato a Norimberga, ma fu aiutato dagli USA a fuggire a Monaco di Baviera (dove verrà poi giustiziato nel 1959 da agente del KGB). Tuttora in Ucraina vi sono statue di Bandera e vie e piazze a lui intitolate.

07.02.2010: Il filo-russo Viktor Yanukovich è eletto nuovo Presidente dell’Ucraina. Sarà deposto col colpo di Stato del 2014, ad appena un anno dalle successive elezioni.

18-22 Febbraio 2014: Kiev, culmine delle proteste di Euro-Maidan e colpo di Stato. Illegittimo Presidente, Viktor Yanukovich, è deposto il 22 Febbraio. Le proteste erano cominciate 3 mesi prima perché Yanukovich si rifiutava di firmare accordi commerciali con la UE. Motivi futili, quindi, tanto più che l’anno successivo ci sarebbero state nuove elezioni e la firma o meno di quegli accordi avrebbe potuto essere incorporata nella normale dinamica democratica. Le proteste furono un pretesto per il colpo di Stato. Ci sarà un processo per stabilire le responsabilità delle violenze del 18-20 Febbraio, e il verdetto dell’Ottobre 2023 scagionerà il governo di Yanukovich: quello di Euro-Maidan fu un vero colpo di Stato. E fu fomentato dagli USA. Il colpo di Stato avrebbe portato al potere – come di fatto portò – elementi ultra-nazionalisti ostili alla popolazione d’etnia russa. Questa si organizzerà per separarsi con referendum (in Crimea e nel Donbass); altrove ci saranno manifestazioni di protesta (quella di Odessa si concluderà con una strage).

16.03.2014: Referendum per il ricongiungimento della Crimea alla Federazione Russa. L’affluenza alle urne fu di oltre l’84% degli abitanti della Crimea e il 95% votò a favore. Molti Paesi dell’Europa, gli USA, il Canada, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda commineranno sanzioni alla Russia per l’annessione della Crimea, ritenuta illegittima. Il resto del mondo non commina alcuna sanzione, e qualcuno ha riconosciuto la Crimea nella Federazione russa.

06.04.2014: Inizia la Guerra del Donbass. È di fatto una guerra civile tra i separatisti del Donbass e il Governo centrale di Kiev, e continuerà come tale per 8 anni fino all’intervento di Mosca con la Operazione Militare Speciale del 24.02.2022. I tentativi di porvi fine (Accordi di Minsk) falliranno.

02.05.2014: Strage di Odessa. Le proteste contro il colpo di Stato furono sopite con la violenza: gli ultra-nazionalisti attaccarono i manifestanti, che si rifugiarono in un edificio cui gli ultra-nazionalisti appiccarono il fuoco e fecero strage dei fuggitivi (morirono almeno 48 manifestanti). Il Governo che poi prenderà il potere insabbierà ogni indagine e i responsabili non saranno mai puniti.

09.05.2014: Kharkiv, Referendum per l’indipendenza. L’affluenza alle urne fu del 47% e quindi non si raggiunse il quorum (oltre il 60% dei votanti era favorevole all’indipendenza).

11.05.2014: Donetsk e Lugansk: Referendum per l’indipendenza. L’affluenza alle urne fu di oltre il 71% a Donetsk e di oltre l’81% a Lugansk. I favorevoli all’indipendenza furono oltre il 79% a Donetsk e oltre l’86% a Lugansk. I referendum furono riconosciuti dalla Russia, che riconoscerà ciascuna delle due Repubbliche indipendenti solo nel 2022.

25.05.2014: Viktor Poroshenko viene eletto Presidente dell’Ucraina. Poroshenko è un oligarca ultra-nazionalista, forte oppositore dell’etnia russa. Alla fine del proprio mandato modificherà la Costituzione ammettendo per l’Ucraina un percorso verso l’adesione alla NATO, e promulgherà la legge che sostanzialmente vieta la lingua russa nella vita pubblica del Paese.

21.11.2014: Entra in vigore il Decreto presidenziale n.875/2014 del 14.11.2014. Con esso Poroshenko tagliava ogni versamento (stipendi, pensioni, sussidi sociali, servizi pubblici) agli abitanti del Donbass, accompagnando il provvedimento con le seguenti parole: Noi avremo un lavoro e loro no. Noi avremo le pensioni, ma loro no. I nostri figli andranno all’asilo e a scuola, mentre i loro figli dovranno nascondersi nelle cantine».

19.02 2019: Emendamenti alla Costituzione ucraina del 1996. Nel preambolo e al comma 5 dell’articolo 85 della Costituzione emendata si stabilisce la volontà di aderire alla NATO, così tradendo la “solenne” promessa del 16.07.1990.

25.04.2019: Disposizioni sul funzionamento della lingua ucraina. La legge sostanzialmente vieta la lingua russa nella vita pubblica del Paese.

20.05.2019: Volodymyr Zelensky si insedia nuovo Presidente. Viene eletto con larga maggioranza, con la promessa che avrebbe interrotto la guerra civile nel Donbass. Purtroppo non manterrà la promessa.

12.07.2021: Vladimir Putin pubblica il lungo articolo «Sull’unità storica di russi e ucraini». In esso, denunciando la guerra civile nel Donbass che avrebbe provocato oltre 13.000 morti, Putin scrive: «Evidentemente l’Ucraina non ha bisogno del Donbass».

8-9 Febbraio 2022: Accordi di Minsk. Gli accordi prevedevano la fine della Guerra del Donbass in cambio della concessione di larga autonomia alle regioni russofone del Donbass. Giorno 8 Febbraio, in pubblica conferenza-stampa alla presenza di Emmanuel Macron in qualità di Presidente di turno della UE, il Presidente ucraino Zelensky manifesta la volontà di implementare gli Accordi, ma il giorno dopo con un Comunicato-stampa si rimangia la promessa.

17.02.2022: Spedizione militare del Governo centrale ucraino contro il Donbass. In risposta alla richiesta di soccorso, la Russia darà inizio, il 24 del mese, alla Operazione Militare Speciale. Comincia la guerra attualmente (Settembre 2024) in corso.

24.02.2022: Inizia la Operazione Militare Speciale. La Russia invade l’Ucraina con lo scopo, a dire di Putin, di a) proteggere i cittadini ucraini di etnia russa abusati dal Governo centrale ucraino (de-nazificare l’Ucraina), b) neutralizzare basi militari ostili alla Russia, c) imporre il mantenimento della “solenne” promessa del 1990 con la quale l’Ucraina garantiva la propria neutralità.

18.10.2023: Verdetto del Tribunale di Kiev. Il verdetto stabilisce l’estraneità dell’amministrazione Yanukovich all’evoluzione violenta della protesta Euro-Maidan a Kiev del febbraio 2014: furono di fatto cecchini esterni a trasformare la protesta in violento colpo di Stato.

14.06.2024: Offerta di pace da parte della Russia. L’offerta verrà rifiutata dall’Occidente. Al momento della conclusione di questo libro (Settembre 2024) la guerra continua.

8.08.2024: Incursione dell’esercito ucraino nel territorio russo. Curiosamente, a questa violazione del Diritto Internazionale da parte dell’Ucraina è stata riconosciuta, da parte dell’Occidente, una motivazione, mentre è stata negata ogni giustificazione alla Operazione Militare Speciale di Mosca del 24 Febbraio 2022.

Franco Battaglia, 24 luglio 2024

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