La Francia sta diventando come il Messico per quanto riguarda la guerra tra narcotrafficanti? Questo è quello che pensa il ministro degli Interni Bruno Retailleau che ha lanciato un’allerta “messicanizzazione nel Paese”.
Ma andiamo con ordine. La sera di giovedì 31 ottobre, a Poitiers nel Nord Ovest della Francia, un uomo ha aperto il fuoco sulla terrazza del ristorante Otentik, nel quartiere di Couronneries. I vari proiettili hanno colpito alcuni giovani ragazzi seduti ai tavolini. Si tratta di un adolescente di 15 anni che si trova ora tra la vita e la morte e altri quattro minorenni feriti. Pochi minuti dopo la sparatoria si è scatenata una gigantesca rissa senza esclusione di colpi fra bande rivali legate al narcotraffico, che ha messo a soqquadro il quartiere, considerato punto nevralgico della città per lo spaccio di droga. Accorsi sul luogo della sparatoria, i poliziotti sono stati bersagliati dalle bande rivali che si stavano già affrontando. Stando ai testimoni presenti, oltre 400, il caos è stato indescrivibile, con gente che affluiva da diversi quartieri della città, armati di bastoni e coltelli, per cercare gli autori degli spari e farsi giustizia da sé.
Secondo i primi elementi dell’indagine comunicati dal pubblico ministero di Poitiers, Cyril Lacombe, il minore ferito più gravemente è stato colpito alla testa ed è in stato di morte cerebrale. Un secondo è stato colpito alla caviglia sinistra e un terzo al braccio destro. Gli altri due sono stati colpiti meno gravemente. Sulla facciata del ristorante sono stati rilevati almeno dodici fori di proiettile sparati da una sola arma, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti.
Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha descritto l’incidente come un segnale allarmante dell’escalation della violenza legata alla droga nel Paese: “Da Parigi a Marsiglia, da Rennes a Poitiers sembra di essere in America Latina, il nostro Paese è in bilico», ha denunciato. Il responsabile della sicurezza in Francia, che ha preso le redini dell’Interno dopo Gérald Darmanin, ha lanciato un ultimatum alla nazione: “Siamo a un punto di svolta e la scelta che dobbiamo fare oggi è tra la mobilitazione generale o la messicanizzazione del Paese”. E lo ha fatto parlando da Rennes, nel nord della Francia, dove era in visita ad una settimana da un altro gravissimo episodio di violenza legato alla guerra fra bande di spacciatori. Il 26 ottobre scorso, un bambino di cinque anni che viaggiava sull’auto guidata dal padre è stato gravemente ferito da colpi di pistola alla testa durante un inseguimento avvenuto poche ore dopo una sparatoria avvenuta nell’ambito del traffico di droga nella capitale bretone.
In Francia, il narcotraffico è da tempo considerato concentrato nella città portuale di Marsiglia, nel sud del Paese, dove dall’inizio dell’anno sono stati segnalati almeno 17 omicidi legati alla droga. Ma secondo l’associazione indipendente Global Initiative negli ultimi anni l’influenza del traffico di droga in Francia si è estesa oltre i principali snodi di Marsiglia e Parigi raggiungendo città di medie dimensioni e persino aree rurali. Inoltre, ad oggi si stima che il 60 per cento delle vittime e degli autori di narcoticidi (termine coniato per descrivere gli omicidi legati alla droga) abbia un’età compresa tra i 14 e i 21 anni. Fatto che spaventa il ministro degli Interni che sta già lavorando per inasprire le pene per spacciatori e consumatori.
Cristina De Palma, 4 novembre 2024
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