Il welfare ha costi devastanti: anche la sinistra britannica se n’è accorta. Il primo ministro UK Keir Starmer ha difeso a spada tratta la contestata riforma dei sussidi pubblici per disabili e malati, annunciata ieri in Parlamento dalla ministra del Lavoro Liz Kendall. La riforma prevede significativi tagli che consentiranno al governo di risparmiare 5 miliardi di sterline (6 miliardi di euro) entro il 2030. Secondo Starmer, il costo del welfare è diventato “devastante” per le finanze pubbliche del Regno Unito. In un intervento pubblicato oggi sul Times, il premier ha sottolineato che la “percentuale di persone giudicate inabili al lavoro” dai servizi sociali è aumentata notevolmente. Ha aggiunto: “Entro il 2030, la spesa per l’inabilità in età lavorativa e i sussidi per disabilità arriverà a 70 miliardi di sterline all’anno”.
Questa riforma si inserisce in un più ampio contesto di riduzione della spesa pubblica nel welfare, in un periodo di difficoltà economiche interne e di tensioni internazionali. Il piano arriva anche dopo gli annunci di un aumento massiccio del budget per la difesa e il riarmo. Tuttavia, la proposta ha suscitato nuove critiche, sia da parte di alcuni deputati laburisti che da organizzazioni che difendono i diritti dei disabili e dei vulnerabili. Secondo la Resolution Foundation, un think tank progressista che si occupa di problemi sociali e del lavoro, oltre un milione di persone rischiano di perdere i sussidi di invalidità più importanti, i Personal Independence Payments (PIP), a causa dell’inasprimento dei criteri per ottenerli.
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Le polemiche sull’intervento sul welfare del governo laburista sono vibranti. La priorità è rivedere l’accesso al sussidio fino all’età di 22 anni. Se alcuni parlamentari di sinistra, le associazioni e le ong a sostegno delle persone disabili hanno fortemente criticato le riforme e hanno affermato che alcuni dei più vulnerabili nella società potrebbero perdere migliaia di sterline, c’è chi ha stroncato senza mezzi termini il piano della ministra di Starmer, che mancherebbe “di visione e di ambizione”.
Non solo. Non mancano infatti i timori che la riforma venga ostacolata dai ricorsi in tribunale. “Il piano del governo annunciato oggi, con la sua aspirazione a trovare una miseria di 5 miliardi di sterline, manca di visione e ambizione” la bocciatura di Ed Davies, direttore politico del Centre for Social Justice. Len Shackleton, dell’Institute of Economic Affairs, un think tank del libero mercato, ha affermato: “L’annuncio di oggi sconvolgerà qualcuno, ma non farà molto per riformare i sussidi o risparmiare ingenti somme di denaro”. Per l’esperto non ci saranno risparmi sufficienti per ridurre l’indebitamento o per contribuire a una maggiore spesa: “Anche se i risparmi pianificati di 5 miliardi di sterline venissero confermati, e ciò è dubbio, ciò avverrebbe in un periodo di cinque anni in cui altri elementi di spesa aumenteranno sicuramente”.
Gli interventi proposti dal governo prevedono l’inasprimento delle regole per l’accesso delle persone ai pagamenti per l’indipendenza personale (PIP), che vengono versati alle persone disabili per aiutarle a coprire i costi di sostentamento aggiuntivi derivanti dalla loro condizione. Helen Whately, segretaria ombra per il lavoro e le pensioni, ha ricordato che negli ultimi 14 anni il partito laburista si era opposto ai piani dei conservatori di rivedere il sistema dei sussidi.
Con buona pace della narrazione di sinistra, si tratta del taglio più grande al sostegno della previdenza sociale dal 2015. Ma si tratta certamente di un intervento in linea con la visione liberista.
Franco Lodige, 19 marzo 2025
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