Scrivere una circolare agli studenti del proprio istituto per avvalorare una versione di parte di fatti di cronaca, esagerandone la portata per colpire l’avversario politico costruendoci sopra improbabili parallelismi storici e facendo allusioni fin troppo esplicitamente diffamanti alle forze della maggioranza governativa, è nei compiti e nel ruolo di un preside? Può un “dirigente scolastico”, come con non poco gusto del ridicolo si dice ora, fare politica?
Nella dissestata e decadente scuola italiana degli ultimi decenni evidentemente sì: la politicizzazione a senso unico della scuola, con la delegittimazione morale e politica dell’avversario politico, è possibile e persino difesa e apprezzata. Ovviamente se l’avversario è quello giusto. E, ovviamente, anche se non c’entra un fico secco, se tutto avviene nel nome di un antifascismo di comodo che non è quello democratico a cui si richiama la nostra Costituzione ma quello che, col segno cambiato, del fascismo ricalca modi di agire e stilemi espressivi. Ovvero: il “fascismo degli antifascisti” di flaianea memoria che per tanti anni ha dominato incontrastato nelle scuole italiane di ogni ordine e grado.
Per approfondire
- Caro Porro, “fascisti” pestati col casco: ecco la Firenze dei collettivi
- Aggressione fascista a Firenze? Cosa non torna
- “Militanti FdI pestati a calci e pugni”: indagati 8 di sinistra. Ma nessuno ne parla
- “Assalto fascista”. Concita De Gregorio prende un granchio
Limitatamente al delicatissimo tema dell’istruzione, è come se nel nostro Paese si fosse tacitamente accettato che un Partito si facesse Stato, proprio come nei regimi fascisti e totalitari. Di solito di fronte a comportamenti come questi, i ministri di Viale Trastevere hanno lasciato correre, per quieto vivere o perché intimoriti dai potenti sindacati della scuola, se non perché addirittura compiacenti. Non così Giuseppe Valditara che da quando è Ministro della Pubblica Istruzione e del Merito si è riproposto il compito di ridare un minimo di “normalità democratica” alla nostra scuola.
Intervenendo a Mattino 5, il ministro ha definito “impropria” la lettera di Annalisa Savino, preside del liceo scientifico statale Leonardo Da Vinci di Firenze a cui qui si fa riferimento. Contestandone il “ridicolo” contenuto, Valditara ha poi aggiunto che, “se l’atteggiamento della professoressa dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”. Finalmente!
Ovviamente le opposizioni stanno insorgendo, ma il ministro Valditara ha secondo noi mostrato giusto coraggio perché è l’ora di ridare un minimo di dignità alla nostra scuola, tenendola lontana dalle faziosità politiche e rendendola appunto “normale”, cioè prima di tutto un luogo di apprendimento e studio come è negli altri Paesi avanzati e democratici. Siamo proprio sicuri che non ci sia un nesso causale fra i vistosi deficit formativi certificati dagli istituti di valutazione sui nostri studenti e la politicizzazione strisciante dell’istituzione seguita al “lungo Sessantotto” italiano?
Corrado Ocone, 23 febbraio 2023