Esteri

Guerra in Medio Oriente

Hamas gioiva con le famiglie a Gaza: “Ciao papà, ho ucciso dieci ebrei”

L’audio choc diffuso dall’esercito israeliano. Il jihadista: “Mia madre mi ha partorito per la religione. Non tornerò: o morte o vittoria”

terrorista telefonata hamas

L’esercito israeliano, sui suoi canali social, ha pubblicato l’audio intercettato in cui si sente un miliziano di Hamas che, durante l’irruzione nei kibbutz del 7 ottobre scorso, telefona a casa con il cellulare di un ebreo ucciso vantandosi col padre di averne ammazzati almeno dieci “con le mie stesse mani”.

L’intercettazione è un documento straordinario, nella sua durezza, perché mostra la furia omicida dei terroristi che hanno sconfinato dalla striscia di Gaza in Israele. Ma anche perché svela la reazione della società civile palestinese, di quegli stessi residenti della Striscia che – mentre Hamas sgozzava, uccideva e bruciava vivi gli ebrei – festeggiavano la momentanea vittoria in battaglia.

https://twitter.com/IsraelinItaly/status/1717086970441048163

L’audio è drammatico. “Papà, ti sto chiamando dal cellulare di un’ebrea – si sente – Ho appena ucciso lei e suo marito. Ne ho uccisi dieci con le mie stesse mani”. È una questione d’onore: “Tuo figlio ha ammazzato ebrei”. Qualcuno dall’altro capo del telefono ribatte: “Magari fossi lì con te. Ammazza, ammazza, ammazza”. Da quanto emerge dalla conversazione, il miliziano avrebbe inviato tramite il cellulare della vittima alcune fotografie e diversi video dei morti ammazzati facendoli recapitare al proprio smartphone rimasto a Gaza. “Apri il mio Whatsapp e guarda quanti ne ho uccisi, papà”, afferma il terrorista. “Il loro sangue è nelle mie mani. Mamma, tuo figlio è un eroe”. Anche la madre invoca la protezione di Allah: “Che Dio ti protegga, figlio mio, che Dio ti porti a casa sano e salvo”.

Il terrorista sembra in preda ad un’eccitazione omicida: “Tieni la testa ala papà, tieni la testa alta”, ripete a più non posso. A un certo punto sembra inserirsi nella conversazione anche un’altra persona di nome Alaa. A chi gli chiede di tornare a casa, il tagliagole risponde seccamente: “Perché tornare? Non tornerò. O morte o vittoria. Mia madre mi ha partorito per grazia della religione”.

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