Esteri

Guerra in Medio Oriente

“Una ragazza stuprata e mutilata. I jihadisti si lanciavano i pezzi del corpo”

Il racconto di una testimone durante l’assalto ai kibbutz del 7 ottobre. Sono 843 le vittime civili del massacro di Hamas

Idf terroristi stupri © Telegram Idf

Le forze di polizia israeliane stanno raccogliendo testimonianze di testimoni oculari riguardanti stupri e abusi sessuali compiuti da terroristi di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre nel sud di Israele. Lo scopo dell’operazione è di perseguire i terroristi sopravvissuti attualmente in custodia, obiettivo non semplice da un punto di vista giuridico e che sta impegnando gli investigatori nella visione di oltre 50mila video recuperati dalle GoPro dei jihadisti, dai video di sorveglianza dei Kibbutz e dalle telecamere montate sulle auto delle vittime israeliane. Parliamo di filmati drammatici, molti non pubblicabili. E che mostrano i corpi dei ragazzi del Rave riversi a terra, le violenze sulle vittime, gli stupri e non solo.

Una testimone oculare ha raccontato alla polizia di aver visto alcuni terroristi di Hamas in divisa militare stuprare e uccidere una giovane donna che si nascondeva da loro. “Ho capito che la stava violentando e la passava a qualcun altro, anch’esso in divisa”, ha raccontato la testimone. In seguito, uno degli stupratori avrebbe sparato alla giovane donna alla testa, e altri terroristi l’avrebbero mutilata. Non solo. I miliziani avrebbero iniziato a lanciarsi pezzi del corpo tagliuzzato mentre altri tenevano la testa di una vittima come un trofeo.

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Un altro testimone, che ha riferito lo stesso stupro alle forze israeliane, non ha visto in diretta l’abuso ma ha raccontato di aver saputo dalla prima testimone in quello stesso istante quanto stava succedendo. Un racconto che conferisce maggiore credibilità alla testimone oculare.

Sono centinaia i sospetti coinvolti nelle stragi, attualmente in custodia presso il servizio di sicurezza dello Shin Bet e la polizia. Un alto funzionario di polizia ha affermato ad Haaretz che la maggior parte dei sospetti ha ammesso il proprio coinvolgimento nei crimini, mentre alcuni lo hanno negato. Alcuni hanno affermato di essere entrati in Israele in cerca di lavoro.

Adesso tutto si sposta sul piano giuridico. Sarà difficile per il procuratore incriminare i singoli terroristi incolpandoli di questo o di quel reato specifico. Secondo quanto trapela, l’intenzione sarebbe quella di istituire un Tribunale speciale e incriminare i singoli jihadisti per omicidio, stupro e abuso in base al luogo dove sono stati catturati.

Nonostante le difficoltà nel raccogliere prove, gli investigatori sono riusciti a collegare alcuni sospetti a omicidi. Uno dei sospetti ha affermato di aver ucciso un uomo e una donna con un martello, descrivendo un tatuaggio sul corpo della donna. Gli investigatori hanno individuato la donna, che era stata gravemente ferita ma non uccisa, e il cadavere dell’uomo, le cui ferite avrebbero potuto essere causate dai colpi di martello. Al momento le vittime civili identificate da Israele sono 843 mentre nei container refrigerati sono tenuti altri 150 corpi a cui non è stato ancora possibile dare un nome. A questi, vanno aggiunti 400 soldati la cui identificazione è stata più semplice grazie al database dell’Idf. Sulle case incendiate, invece, si lavora per distinguere le ossa umane da quelle degli animali.

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Tra i sospetti in custodia dello Shin Bet vi è un comandante dell’unità Nukhba di Hamas, che ha guidato un attacco a un avamposto militare e alla comunità adiacente il 7 ottobre. Una fonte della polizia ha affermato che il sospetto, che si era fotografato profanando il corpo di un soldato, era responsabile dell’omicidio di 14 soldati, oltre alle guardie e ai residenti della comunità. L’uomo avrebbe dichiarato di aver ricevuto ordini precisi riguardo al proprio incarico. A chi gli chiedeva per quale motivo si fossero accaniti sui bambini, ha detto di aver avuto una sorta di “autorizzazione” religiosa perché “cresceranno per diventare soldati”. Il motivo per cui invece i miliziani avrebbero decapitato le persone è semplice: “Per seminare paura tra gli israeliani”, opere che “in termini di brutalità” lui stesso considera peggiori di quelli dell’Isis. L’uomo ha aggiunto di “non aver rimpianto nemmeno per un momento” ciò che aveva fatto. Ecco cosa è Hamas.

Franco Lodige, 9 novembre 2023