Hanno cambiato la definizione di vaccino

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Il punto è questo: il Centers for Disease Control and Prevention negli Stati Uniti, l’ente che insieme alla Fda controlla la sanità pubblica a stelle e strisce, intorno al 12 agosto ha cambiato la definizione di “vaccino” sul suo sito. Direte: può succedere. Certo. Ma il fatto è che la modifica è avvenuta – guarda caso – nello stesso periodo in cui la Food and Drug Administration dava il via livera definitivo al siero di Pfizer-BioNTech.

L’attuale formulazione sul sito del Cdc, come scoperto da L’Indipendente, definisce il vaccino “Una preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie”. Frase che dice tutto e niente, ben diversa dalla precedente versione dove il siero era “Un prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia”. La differenza sta tutta qui: prima per essere considerato un “vaccino” il preparato doveva “produrre immunità” (mica niente), mentre ora basta “stimolare la risposta immunitaria” (cosa ben diversa e meno stringente).

Quanto successo fa sorgere alcune domande. Per caso il cambio di definizione c’entra con l’approvazione definitiva al vaccino Pfizer? Non è che potrebbe essere stato un modo per far rientrare nel calderone anche un farmaco meno efficace? E non è che un ruolo ce l’ha anche questa variante Delta, che pare in grado di bucare i sieri sin qui prodotti? In fondo nel comunicato dell’Fda del 23 agosto, Pfizer veniva definito un prodotto “per la prevenzione della malattia Covid-19”. Non un siero in grado di “produrre immunità”. Il portavoce del Cdc, Scott Pauley, ritiene che “la definizione precedente poteva essere interpretata nel senso che i vaccini siano efficaci al 100 per cento, cosa che non è mai stata vera per nessun vaccino”. Ma i dubbi rimangono.

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