Hanno incastrato Novak Djokovic, ribelle del vaccino

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Mentre l’Organizzazione mondiale della sanità si dice “fiduciosa” circa la fine dell’emergenza Covid-19, sperando di rubricare quest’ultimo a influenza (sebbene lo sia sempre stata per la stragrande maggioranza della popolazione), nel tennis mondiale prosegue la tragica farsa di un indiscusso numero uno, Novak Djokovic, che non è più tale a causa degli obblighi vaccinali imposti in alcuni Paesi ancora molto confusi sul piano sanitario, su tutti la grande democrazia statunitense, la quale sotto il democratico Biden sembra tornata ai tempi della famosa e famigerata caccia alle streghe.

Indian Wells Master senza Djokovic

In pratica, in forza di una norma da considerare eufemisticamente folle, nella patria delle libertà democratiche non si entra senza almeno due dosi di un vaccino oramai scaduto da circa due anni, dal momento che come tutti i virus a Rna il Sars-Cov-2 continua a mutare con la velocità della luce.
Tutto ciò ha impedito al grande campione serbo di partecipare ai più importanti tornei tennistici americani, come il prestigioso “Indian Wells Masters”, in cui ha trionfato Carlos Alcaraz, astro nascente spagnolo che proprio in virtù dell’assenza forzata di Djokovic è riuscito a scalzarlo dal vertice del tennis mondiale.

La sfida impossibile con Alcaraz

Una ambita posizione di numero uno della racchetta che potrebbe ben presto rafforzarsi, dato che l’assurdo divieto d’ingresso imposto ai non vaccinati impedirà al trionfatore degli ultimi open di Australia di gareggiare al “Master 1000 di Miami” di cui sono già iniziate le qualificazioni.
Molto dispiaciuto, in proposito, il direttore del torneo James Blake, ex numero 4 dell’ATP, che sconsolato ha rivelato di aver fatto il possibile affinché Nole potesse onorare il suo torneo, ma le autorità centrali sono state irremovibili.

Per approfondire

Un blocco che non ha nulla di sanitario, così come dimostra il fatto che, oltre alle iniziative tentate da Blake – il quale in una intervista alla Reuters ha stigmatizzato la posizione oltranzista del governo federale – , vi sono state le dirette e inconcludenti pressioni dello stesso governatore della Florida, l’emergente Ron DeSantis, uno dei politici più aperturisti degli Stati Uniti.

Quando finirà la follia?

A questo punto a Djokovic non resta che aspettare pazientemente la fine di una delle misure più insensate adottate dallo zio Sam – tale da far concorrenza a quelle brutalmente imposte in Italia dalla triade Conte/Speranza/Draghi – prevista per il prossimo undici maggio. Sempreché l’amletico inquilino della Casa Bianca non cambi idea all’ultimo momento, procrastinando a tempo indeterminato un obbligo che, diranno i maligni, sembra voler tirare ancora la volata alle grandi industrie farmaceutiche che hanno prodotto i contestati vaccini sperimentali, guarda caso targate Usa.

Claudio Romiti, 20 marzo 2023

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