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Hanno sparato di nuovo a Montanelli

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Hanno sparato una seconda volta a Indro Montanelli. Più di quarant’anni dopo l’attentato da parte dei terroristi delle Brigate Rosse il 2 giugno 1977, Montanelli subisce un nuovo attentato, questa volta alla memoria storica con la sua statua imbrattata da violenti barbari censori. L’attacco alla statua di Montanelli è il risultato del clima di odio e di caccia alle streghe di questi giorni, la colpa di quanto accaduto non è solo di chi ha compiuto materialmente il gesto – che auspichiamo venga consegnato quanto prima alla giustizia – ma anche di chi ha contribuito a soffiare sul fuoco di una situazione tesa a livello internazionale invece di condannare da subito l’assurda proposta di rimuovere la statua del giornalista di Fucecchio.

Continuare a sottovalutare questi episodi è l’errore più grande che si possa fare, ci stiamo progressivamente dirigendo verso uno scontro sociale e c’è chi soffia sul fuoco per riportarci a un clima da anni di piombo polarizzando le divisioni e differenze politiche esistenti nel paese. La furia iconoclasta ne è l’emblema e testimonia l’incapacità di un confronto pacifico, maturo e in grado di contestualizzare i fatti storici, chi giudica e legge la storia e gli eventi accaduti decine di anni fa con gli occhi di un contemporaneo, è condannato non solo a una visione parziale ma faziosa.

La riscrittura della storia compiuta con i paraocchi ideologici e con l’intento di costruire una memoria che epuri tutte le voci alternative ad una certa area politico-culturale, passa dalla rimozione delle statue e dal tentativo di damnatio memoriae nei confronti di intellettuali, giornalisti, scrittori, pensatori di destra del Novecento. Un clima censorio che non si limita al passato ma arriva fino ai nostri giorni e interessa tutti coloro i quali svolgono un’attività in ambito giornalistico, culturale, editoriale da una prospettiva conservatrice e di destra, vittime di analoghi tentativi di marginalizzazione e censura.

La statua di Montanelli imbrattata, gli attacchi alla sua memoria di questi giorni, il tentativo di dipingerlo come qualcuno che non era, sono il perfetto esempio della volontà di cancellare e censurare il ricordo del più importante giornalista conservatore italiano, voce libera, controcorrente e scomoda per chi vorrebbe riscrivere la storia a proprio uso e consumo. Solo poche settimane fa leggevamo paginate di giornali e interventi con questi toni: “ah, se ci fosse una destra come quella di Montanelli e Prezzolini invece di quella attuale…”. Negli ultimi giorni abbiamo scoperto che neanche la destra di Montanelli va più bene perché “intrisa di razzismo”, la verità è che in questo paese c’è chi vorrebbe non esistesse la destra, qualunque volto, idea, modo di porsi e di essere abbia.

Francesco Giubilei, 14 giugno 2020