Se il proprietario paga poco (anche qui, relativamente) su quanto incamera dall’affitto, è incentivato ad affittarlo, in primis, e a non alzare troppo il prezzo di conseguenza. Difficile dire meglio di quanto ha commentato subito a caldo il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: «La necessità della cedolare era talmente evidente che a richiederla erano state anche le associazioni dei commercianti, convinte anch’esse che l’eccesso di tassazione sui proprietari dei locali affittati ostacolasse l’apertura di nuove attività. In assenza della cedolare, che era stata prevista per i contratti stipulati nel 2019, il proprietario è infatti soggetto all’Irpef, all’addizionale regionale Irpef, all’addizionale comunale Irpef e all’imposta di registro, per un carico totale che può superare il 48 per cento del canone e al quale deve aggiungersi la patrimoniale Imu-Tasi, oltre alle spese di manutenzione dell’immobile e al rischio morosità (per non parlare degli effetti provocati dalla preistorica regolamentazione dei contratti di locazione interessati)».
Nicola Porro, Il Giornale 11 gennaio 2020