Come avrete letto ieri, l’ordine dei giornalisti mi ha convocato in un’udienza il 4 luglio perché quando ho invitato a Quarta Repubblica la vice ministra degli esteri ucraina, secondo questi geni della lampada, non ci sarebbe stato contraddittorio. Se questo è il ragionamento, allora chiunque inviti la Segre deve permettere la replica ad un ex gerarca nazista, se si invita un curdo si deve avere Erdogan in studio e, già che ci siamo, non si può permettere che Rita dalla Chiesa racconti le tragedie della sua famiglia senza che ci sia il contraddittorio di qualche terrorista. Questi sono pazzi. Hanno aperto un procedimento disciplinare nei miei confronti perché loro pensano che non ci sia stato un contraddittorio per un vice ministro ucraino che è sotto le bombe. By the way, in quella trasmissione c’erano anche Toni Capuozzo, Capezzone e Micalessin dal Donbass che non la pensavano sempre come la vice-ministra.
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Ve lo dico francamente: se, oltre a non partecipare ai premi giornalistici, potessi non avere la tessera del giornalista sarei l’uomo più felice del mondo. Con questi non voglio avere niente a che fare. Ovviamente ci saranno dei giornalisti che diranno “no, ma come ti permetti?”. Non me ne fotte un cazzo! 25 anni di pensione giornalistica buttati, ma soprattuto un Ordine che non si ribella e non urla di fronte ad un giornalista che viene questionato perché avrebbe violato le regole deontologiche non predisponendo un contraddittorio per un’intervista al vice ministro degli esteri ucraino. Non ne faccio una questione personale, ma di principio.
Ma voi capite? Il 4 luglio mi devo presentare a Milano, magari per sentirmi spiegare da tre persone come, secondo loro, si dovesse fare quell’intervista.
Nicola Porro, 23 Maggio 2023