Oggi ho letto la lettera di Patrick Zaki pubblicata in prima pagina da Repubblica e mi ha fatto orrore. Tra l’altro quella pubblicata da Repubblica è solamente la traduzione di quanto scritto da Zaki, perché evidentemente non sa scrivere manco in italiano. Insomma, fa piacere sapere che abbiamo difeso con la nostra diplomazia, con i quattrini dei contribuenti italiani, un signore che non riesce manco a scrivere un articolo in italiano.
Come prima cosa, Zaki ci spiega che stima Manconi perché le sue critiche sono state le migliori. Mi chiedo in quale lingua abbia letto il pezzo di Manconi, anche se non è questo il punto. La verità è che nonostante Zaki abbia definito Netanyahu un serial killer proprio il giorno in cui le bestie di Hamas sgozzavano mille israeliani, Manconi non ha trattato Zaki come uno stronzo, cosa che invece si sarebbe meritato.
Ad ogni modo, Zaki prosegue dicendo di essere “contrario all’uccisione di civili”. Avete capito? Non riesce neanche a dire che condanna le bestie che hanno sgozzato e decapitato i bambini. Si limita a dire che è contrario all’uccisione di civili palestinesi e israeliani. Che cazzo c’entrano in questo momento? Come se non bastasse, aggiunge che questo è il suo “ruolo di difensore dei diritti umani”. Ma quale il ruolo di difensore dei diritti umani. Ma chi sei? Come abbiamo potuto creare dei fenomeni di questo tipo?
Il punto vero è che ci sarebbe bisogno di una grande pernacchia. Zaki, chi credi di essere? Da dove esci? Cosa hai fatto? Cosa hai scritto? L’unica cosa di cui ti preoccupi di fare è di essere equidistante tra Israele e Hamas. Ecco, nella mia civiltà questo fa schifo.
Nicola Porro, dalla Zuppa di porro del 13 ottobre 2023