E’ dal San Raffaele di Milano che Silvio Berlusconi ha giocato la sua ultima partita politica, quella delle amministrative in tanti Comuni italiani. Lo ha fatto nonostante molti pensassero che dovesse concentrarsi solo sul ricovero, dopo i giorni passati in terapia intensiva e la difficile fase di recupero. Ma Silvio Berlusconi era questo: i video per parlare direttamente agli elettori, la sua presenza costante nella vita politica, il supporto a Forza Italia sempre e comunque.
Era il 12 maggio quando, dall’ospedale, il Cav decise di pubblicare sui suoi canali social l’ultimo videomessaggio ai suoi sostenitori. “Un saluto affettuoso a tutti”, esordisce un sorridente anche se sofferente Berlusconi. “Io sono ancora purtroppo al San Raffaele ma per voi ho messo anche questa mattina giacca e camicia”. L’intento del leader di Forza Italia era quello di entrare nelle case degli italiani, così come aveva fatto nel 1994 in occasione della sua discesa in campo, per “disturbarli” e ricordare loro l’appuntamento elettorale per i sindaci e gli amministratori. Nel messaggio del Cav anche una lezione politica: il “dovere” di ogni cittadino è quello di “andare a votare” perché “chi non vota lascia agli altri la possibilità di decidere il futuro del proprio Comune e della propria città”. Quindi “chi non vota non è un buon cittadino e un buon italiano”.
Il video si era concluso con un auspicio: “Ci vediamo presto”. Berlusconi sperava di poter uscire dal San Raffaele, come poi è avvenuto: lo scorso 19 maggio il Cav era stato dimesso dall’ospedale per fare ritorno a casa per proseguire le cure mediche. Poi il 9 giugno l’improvviso ricovero, l’aggravamento delle sue condizioni e il decesso questa mattina. Fuori dal San Raffaele, come già avvenuto durante la degenza, i “suoi” elettori si stanno già radunando per l’ultimo saluto.