“Ho visto 15 miliziani di Hamas, sparavano. Volevano ucciderci tutti”

Il racconto choc di Daniel Lanternari, vivo per miracolo: “Ci siamo chiusi nella camera di sicurezza. Hanno provato a sfondarla”. Morti e ostaggi tra i vicini

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La guerra è un incubo da cui è difficile risvegliarsi, specie quando la propria abitazione diventa un campo di battaglia. Ne è consapevole Daniel Lanternari, il quale ha condiviso le sue esperienze di vita al confine sud di Israele, a breve distanza dalle mura della Striscia di Gaza. Ha descritto con commovente realismo come la sua casa sia stata investita da un attacco di Hamas che ha sorpreso sia l’esercito che il Mossad, mettendo in mostra le vulnerabilità dell’unica democrazia del Medio Oriente.

Durante l’assalto, Lanternari e la sua famiglia hanno fatto ricorso alla camera anti-razzo della propria abitazione, rifugio utilizzato da molti israeliani per ripararsi dagli attacchi. Ha riferito di aver osservato circa quindici miliziani avvicinarsi alla sua casa, obbligandolo a chiudere ogni possibile accesso. “Abbiamo visto una quindicina di miliziani dalla mia finestra venire verso la nostra casa e venire a sparare abbiamo chiuso tutto”.

Nonostante il terrore, a Quarta Repubblica ieri sera ha raccontato con una certa lucidità gli eventi, descrivendo come i miliziani, armati di Kalashnikov e vestiti di verde, si trovassero proprio di fronte alla sua abitazione. Le grida in arabo e il suono delle pallottole che colpivano i muri della sua abitazione costituivano lo sfondo sonoro di quella terribile giornata. Eppure, alla fine, è stato proprio una camera di sicurezza dotata di finestra in piombo anti-missile a salvare la vita di Lanternari e della sua famiglia. “C’è una finestra, fatta con lastre di piombo ed antimissile. Hanno provato ad aprirla da fuori e non ci sono riusciti. Ma lì ho avuto paura.”

Una volta terminato l’assalto, la devastazione era ovunque. “Siamo usciti e abbiamo trovato la casa distrutta: hanno preso le mie due auto, ma non mi interessa. L’importante è la nostra vita.” Conclude Lanternari, attualmente insieme a molti residenti del suo kibbutz radunati nei bunker antimissile.

Nel frattempo, il conflitto tra Israele e Hamas continua intensamente. Tel Aviv ha dato 24 ore di tempo per liberare l’area intorno all’enclave islamica in Palestina, un’azione che potrebbe provocare ulteriori tensioni in Medio Oriente. Si teme l’aggravarsi del conflitto, con razzi lanciati dal Libano da Hezbollah contro Israele e risposte immediate dell’esercito israeliano. Situazioni di questo tipo accadono anche altrove nel Medio Oriente e, sfortunatamente, non sembrano destinati a risolversi a breve. Nel mentre, il mondo osserva, perplesso ed impotente, questa nuova fase del conflitto israelo-palestinese, sperando che sia possibile trovare una via verso una soluzione pacifica e duratura.

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