avrei alcune osservazioni.
Il problema dei consumi energetici generati dall’interscambio e soprattutto dal mining dei Bitcoin, viene usato sempre più spesso come argomento aggiuntivo per mettere sotto una luce negativa la criptovaluta. Lo considero un pò capzioso.
Come spunto consiglio di leggere questo rapporto sui consumi ITC https://theshiftproject.org/en/article/lean-ict-our-new-report/ .Se i consumi per la computazione dei Bitcoin è male, come consideriamo i consumi generati da upload , download e scambio di video assolutamente inutili? Abbiamo i dati sui consumi delle negoziazioni algoritmiche?
alessandro
22 Aprile 2021, 8:53 8:53
Mahhh, come qualsiasi cosa, ” chi non rischia, NON rosica “…. Conosco persone, che con 2000 euro ” rischiati ” 2 anni fa, in diverse cryptovalute, incluso i Bitcoin – la Ferrari delle crypto – oggi posseggono a testa almeno 180 mila euro……, di esse, anche 1 persona che se convertito il tutto, supera il Milione di EURO…. fortuna? NO: coraggio del riskio.
Pema
21 Aprile 2021, 23:23 23:23
Ci sono molti buchi in questa presentazione. !2, 5 bitcoin ogni 10 minuti fa 1800 bitcoin al giorno, ossia 657000 bitcoin all’anno, che per i prossimi 120 anni fa oltre 78 milioni di bitcoin: MA I BITCOIN POSSIBILI SONO SOLO 21 MILIONI.
E poi e poi il 2% degli utenti di cosa, di Bitcoin? Ma quanti sono questi utenti?
Davide V8
21 Aprile 2021, 22:40 22:40
3) Sì, ma non essere in mano agli “esperti” che governano la moneta in nome del “bene comune” e della “scienza” economica (keynesiana)?
E’ una cosa che può avere un valore immenso.
Per me, oggi, con questa volatilità estrema dei prezzi, parlare di riserva di valore ha un senso relativo.
La riserva di valore ci sarà “alla fine”, a regime, se bitcoin si diffonderà realmente quanto potrebbe, per cui dovrebbe stabilizzarsi.
Prima, il rischio rimane. D’altronde, chi prima arriva meglio alloggia.
Per me, già oggi, è non poco rischioso anche starne fuori del tutto.
Davide V8
21 Aprile 2021, 22:16 22:16
2) La riserva di valore è data, più che dall’utilità “fisica”, dalla scarsità.
Scarsità che in questo caso è quasi assoluta, a differenza che per l’oro (si può estrarre) o qualsiasi altro bene fungibile.
Che sia determinante la scarsità, più che la “fisicità”, paradossalmente lo hanno dimostrato proprio le valute fiat, che hanno tenuto eccome il valore in proporzione a quanto non sono state inflazionate.
Economicamente, la riserva di valore è data quindi dalla politica monetaria “incorporata” in bitcoin, cioè un’offerta limitata e nota.
La blockchain e tutto il resto sono strumenti per ottenerla.
“I 3 punti oscuri blabla”
Ne scrive solo 2.
Caro Varanelli,
avrei alcune osservazioni.
Il problema dei consumi energetici generati dall’interscambio e soprattutto dal mining dei Bitcoin, viene usato sempre più spesso come argomento aggiuntivo per mettere sotto una luce negativa la criptovaluta. Lo considero un pò capzioso.
Come spunto consiglio di leggere questo rapporto sui consumi ITC https://theshiftproject.org/en/article/lean-ict-our-new-report/ .Se i consumi per la computazione dei Bitcoin è male, come consideriamo i consumi generati da upload , download e scambio di video assolutamente inutili? Abbiamo i dati sui consumi delle negoziazioni algoritmiche?
Mahhh, come qualsiasi cosa, ” chi non rischia, NON rosica “…. Conosco persone, che con 2000 euro ” rischiati ” 2 anni fa, in diverse cryptovalute, incluso i Bitcoin – la Ferrari delle crypto – oggi posseggono a testa almeno 180 mila euro……, di esse, anche 1 persona che se convertito il tutto, supera il Milione di EURO…. fortuna? NO: coraggio del riskio.
Ci sono molti buchi in questa presentazione. !2, 5 bitcoin ogni 10 minuti fa 1800 bitcoin al giorno, ossia 657000 bitcoin all’anno, che per i prossimi 120 anni fa oltre 78 milioni di bitcoin: MA I BITCOIN POSSIBILI SONO SOLO 21 MILIONI.
E poi e poi il 2% degli utenti di cosa, di Bitcoin? Ma quanti sono questi utenti?
3) Sì, ma non essere in mano agli “esperti” che governano la moneta in nome del “bene comune” e della “scienza” economica (keynesiana)?
E’ una cosa che può avere un valore immenso.
Per me, oggi, con questa volatilità estrema dei prezzi, parlare di riserva di valore ha un senso relativo.
La riserva di valore ci sarà “alla fine”, a regime, se bitcoin si diffonderà realmente quanto potrebbe, per cui dovrebbe stabilizzarsi.
Prima, il rischio rimane. D’altronde, chi prima arriva meglio alloggia.
Per me, già oggi, è non poco rischioso anche starne fuori del tutto.
2) La riserva di valore è data, più che dall’utilità “fisica”, dalla scarsità.
Scarsità che in questo caso è quasi assoluta, a differenza che per l’oro (si può estrarre) o qualsiasi altro bene fungibile.
Che sia determinante la scarsità, più che la “fisicità”, paradossalmente lo hanno dimostrato proprio le valute fiat, che hanno tenuto eccome il valore in proporzione a quanto non sono state inflazionate.
Economicamente, la riserva di valore è data quindi dalla politica monetaria “incorporata” in bitcoin, cioè un’offerta limitata e nota.
La blockchain e tutto il resto sono strumenti per ottenerla.