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I 5 strafalcioni del Cts

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La lettura dei verbali del comitato tecnico scientifico finalmente resi pubblici lascia veramente sconcertati. Qualcuno parla di dubbi e capriole, ma a me pare che dubbi e capriole siano davvero poco per definire la sconcertante lettura dei verbali del comitato che ha dettato la via per 60 milioni di persone in questi mesi e che ancora lo sta facendo con efficacia per lo meno dubbia.
La prima notazione di metodo è il motivo della secretazione incredibilmente auspicata dal comitato stesso in più di un’occasione. Ma chi siamo noi cittadini e contribuenti o sudditi ignoranti a cui vengono “donati” i banchi a rotelle (pagati con le nostre tasse)? Beceri trasgressori di norme a volte ridicole non in grado di capire i rischi e bambini spaventati per le previsioni che non possiamo capire? Io sono onestamente indignato da una casta di veri o presunti esperti che emettono regole, le cambiano, si contraddicono (tamponi si o no, asintomatici da tamponare o no, distanze ecc ecc), ci fanno prediche esortative negano le nostre libertà, senza alcun tipo di confronto pubblico. Ma da quando siamo troppo stupidì per capire ma abbastanza in gamba per pagare le tasse che sottendono a tutto questo circo barnum di esperti?

Poi – e veniamo agli altri quattro punti – ci sono elementi di sostanza agghiaccianti. Chi sottoporre a tampone? Almeno 3 versioni nel tempo. Le mascherine? 3 o 4 versioni diverse. I viaggi? Ricordiamo tutti la chiusura alla Cina (voli diretti) ma nessun controllo per chi proveniva dalla Cina via Francoforte o Parigi. Semplicemente ridicolo. Le terapie intensive? 151.000 casi previsti per l’8 giugno… applicando i parametri del Cts. Parametri palesemente sballati perché oggi con 120 persone in terapia intensiva a valle di circa 1300 casi al giorno nelle ultime 2 settimane avremmo dovuto avere 1,3 milioni di casi al giorno… ridicolo.
E nonostante questo nei verbali manca ogni e qualsiasi oggettivo riferimento numerico che dovrebbe essere fondamentale nel metodo scientifico per testare ipotesi, numeri e verificare gli andamenti della malattia. Quali sono i numeri chiave su cui ancora oggi si dovrebbe fare pubblicamente chiarezza?

1. I contagiati. Sappiamo da tempo che il numero di contagiati rilevati dipende dal numero di tamponi effettuati, numero che è limitato dalla capacità esistente, da chi si decide di tamponare e chi no e dai tamponi doppi o tripli per negativiXX are. Quindi il numero di casi è un indicatore che è sicuramente sempre sbagliato. Non è dato sapere di quanto è sbagliato purtroppo. A marzo l’errore di sottostima era di 10 20 o 50 volte. Adesso probabilmente molto meno ma 2 o 3 o 5 volte è un errore enorme e soprattutto incerto. Per stimare con un minimo di buon senso i contagiati i 2 indicatori possibili sono la % di tamponi positivi o più probabilmente il rapporto tra decessi (questi sono quasi certi, vedi sotto) e il tasso di fatalità che a 7 mesi dall’inizio della pandemia è più facile stimare.

2. I decessi. Ogni giorno vengono comunicati. Sarebbe utile sapere se sono decessi a causa Covid o diversamente deceduti per altre cause che sono con Covid. La differenza è abissale e il dubbio lecito. Se in ospedale arrivo per una dolorosissima colica renale e come da prassi faccio il tampone e sono asintomatico positivo, vengo contato nei ricoverati Covid o no? Io penso di sì ed è fuorviante. Vorrei sapere quale è la prassi. Lo stesso vale se arriva in ospedale un paziente morente dopo un incidente stradale o per un attacco cardiaco. Tampone positivo. Purtroppo sopravviene il decesso. Morto Covid? Si può sapere quale è il criterio di classificazione? Personalmente ho sempre considerato l’unico dato concreto la differenza tra la mortalità media negli ultimi 5 anni in ogni territorio e la mortalità effettiva nel 2020 come l’unico indicatore reale dei decessi a causa Covid. La logica è ovvia.

Nel 2020 l’unico sostanziale elemento differenziale per la mortalità è il Covid, come apparso evidente a marzo e aprile. Applicando questa logica i decessi Covid sono stati in Italia (sembra perché incredibilmente le informazioni sono ancora oggi frammentarie) circa 50.000 tra marzo e aprile e poi pressoché zero dopo il 15 maggio. Su questo dato vale la pena di riflettere. Il 4 maggio si sono aperte le fabbriche prevedendo l’ecatombe. Non è successo nulla. Il 18 i ristoranti.stessa previsione stesso risultato cioè nulla, le spiagge, discoteche e vacanza hanno prodotto incremento dei casi e sostanzialmente nessun incremento dei decessi. Speriamo non succeda nulla nei prossimi giorni, ma il tempo medio tra malattia e eventuale decesso è circa 10/12 giorni (dato ricavato da studi esteri perché in Italia non è noto) e quindi i dati di adesso sono ormai al termine delle vacanze.

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