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I bot battono gli umani nel mercato delle sneakers

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Vince il più veloce. E il più veloce è il “bot”, non il buono del tesoro si intende, ma un algoritmo che effettua in brevissimo tempo la prenotazione di un utente su un sito di reselling. Mi spiego: per reselling si intende l’acquisto di oggetti a edizione limitata su determinate piattaforme online, con l’intento di rivenderli ad un prezzo maggiorato. Spesso si tratta di oggetti come orologi da collezione, collezioni di streetwear disegnate in collaborazione con personaggi famosi o ancora cibo, come il caso dei Nutella biscuits, svaniti subito in poco tempo dagli scaffali grazie alla potente campagna pubblicitaria. Ma quindi questi bot a che servono? Si accertano che il loro proprietario vinca il prodotto in questione prenotandosi prima di tutti gli altri utenti. Un bot generalmente costa tra i 300 e i 20 mila dollari, ragioniamo in dollari perché il fenomeno è propriamente americano, ed ovviamente a seconda del prezzo aumenta la sua efficienza.

Questo meccanismo nasce nel mondo dello streetwear, le sneakers edizione limitata vengono presentate sul sito di un marchio come Nike o Supreme o su piattaforme ad hoc, la maggior parte delle transizioni avvengono appunto online tramite raffles, sorteggi casuali che permettono di acquistare il prodotto al prezzo di retail. La digitalizzazione del mercato delle sneakers ha portato anche alla formazione di cookgrooups, gruppi appunto dove attraverso il pagamento di una membership mensile si entra in contatto con utenti appassionati e si accede ad informazioni e servizi utili per aggiudicarsi il “drop” del prodotto, ossia il suo lancio sul sito. La piattaforma di trading che vende prodotti di streetwear in edizione limitata per eccellenza è StockX che ha milioni di utenti attivi in quasi duecento paesi.

Di recente, i nostri cari bot hanno avuto il sopravvento su tutti gli utenti per la release (in gergo streetwear significa rilascio) del modello di sneakers Travis Scott x fragment x Air Jordan 1 Low in collaborazione con l’artista Travis Scott. Almeno tre milioni di registrazioni fatte da bot sono state registrate e bloccate dal sito per il sorteggio. Bloccate, esatto, perché succede anche che i marchi si stufino di vedere i loro clienti scontenti perché superati dai proprietari di bot, infatti si cerca di bannarli o bloccarli dai siti. Insomma, un business tutto nuovo che sta prendendo piede anche in Italia che richiede intuito e rapidità di azione: il primo che arriva vince tutto.

Giulia Romana Zacutti, 23 agosto 2021