Gli agricoltori sono in rivolta. In Francia, in Germania, in Olanda e adesso anche in Italia, dove i trattori hanno bloccato per un paio d’ore il casello autostradale della A1 all’altezza di Orte. Ogni Paese ha la propria specificità e le richieste dei lavoratori sono diverse da Stato a Stato. Eppure un elemento li accomuna: la battaglia contro le regole europee, contro quel Green Deal che è stato alla base dei cinque anni di Commissione Europea targata Ursula von der Leyen e Frans Timmermans.
“Gli agricoltori sono diventati il capro espiatorio. Sui social ci insultano dicendo che siamo gli inquinatori del mondo. Ma tra noi e Bruxelles c’è un abisso: nessuno viene qui, nei campi, per capire il nostro lavoro. Chi decide ha studiato nelle università ma non ha nessun rapporto con la campagna”. Il racconto che Nathalie fa a Quarta Repubblica colpisce: sette giorni su sette di lavoro, ricavi troppo bassi, nessun dipendente. “Stiamo morendo nelle nostre fattorie, in Francia i regolamenti sono tanti e cambiano di continuo. Io passo più tempo in amministrazione che nei campi. E il prezzo a cui vendo non mi permettono di stare al passo con gli investimenti che mi chiedono”. Un pugno nello stomaco per i tifosi dei burocrati green dell’Unione Europea.
Il presidente francese Emmanuel Macron, però, non sembra voler sentire. Durante la sua visita di Stato in Svezia, Macron ha detto che è “facile dare la colpa di tutto all’Europa”.
dalla puntata di Quarta Repubblica del 29 gennaio 2024
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