Esteri

I cercapersone, l’azienda in Ungheria, il Mossad: la verità sul colpo ad Hezbollah

Ferito l’ambasciatore iraniano, ed è grave che avesse i dispositivi dei terroristi. Perché l’operazione è stata anticipata

Cercapersone esplosi Beirut

A meno di 24 ore da quello che si potrebbe definire il primo attacco cibernetico selettivo con conseguenze reali, sono incominciate le prime speculazioni su dati reali e prese di distanze. La società taiwanese Gold Apollo, la produttrice dei dispositivi che ieri sono esplosi in contemporanea in Libano, in Siria e alcune voci non confermate dicono anche in Iran, ha dichiarato che la BAC Consulting KFT con sede a Budapest in Ungheria aveva la licenza per utilizzare il suo marchio e ha prodotto il modello di cercapersone acquistato da alcuni faccendieri che lo hanno poi girato a Hetzbollah.

Voci non confermate non escludono la BAC Consulting KFT sia una società fittizia del Mossad, ma a questa non ci crede neanche chi l’ha inventata. Gira anche voce che l’operazione avrebbe dovuto essere messa in atto dai servizi israeliani solo nel caso di una guerra aperta ma che è stata anticipata perché qualcuno ai vertici di Hetzbollah aveva incominciato a insospettirsi sul funzionamento degli apparati.

Anche questa notizia non verificata, che riportiamo per dovere di cronaca, non è molto credibile. Più credibile, invece, quanto riportato dal quotidiano kuwaitiano Al-Jarida, e cioè che tre dei funzionari più prossimi del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah siano rimasti feriti a morte nell’attacco dei cercapersone. Lo stesso Nasrallah non è stato ferito solo perché è soggetto a rigidissime procedure di sicurezza. Il NYT riporta che l’ambasciatore del regime iraniano in Libano, Mojtaba Amani, ha perso un occhio e l’altro è gravemente ferito quando un cercapersone che portava con sé è esploso.

Questa notizia è in contrasto con la minimizzazione da parte di Teheran che nel corso della giornata di ieri aveva fatto sapere che si trattava di lievi ferite. L’ambasciatore è stato trasportato in evacuazione medica a Teheran. La domanda che nessuno si pone è: come mai l’ambasciatore iraniano in Libano, cioè il funzionario di una nazione in un’altra nazione, aveva uno dei cercapersone di Hetzbollah? Cioè di un’organizzazione terroristica in terra straniera? A qualcuno potrebbe sembrare normale, ma credetemi non lo è.

Se negli anni di piombo si fosse scoperto che l’ambasciatore russo in Italia avesse avuto in mano un apparato delle Brigate Rosse o quello nella Germania Federale un apparato della banda Baader Meinhof, la Rote Armee Fraktion, quali reazioni ci sarebbero state? Anche se non sembra, la gravità è la stessa. Per capirlo basterebbe aprire gli occhi. Il famoso giornalista siriano druso Fitzal Al-Qassem, che ha milioni di follower e un programma su Al-Jazeera non ha nascosto la portata del colpo subito da Hezbollah: “Quello che è successo oggi a Hezbollah può essere classificato come il più grande attacco preventivo della storia moderna. Può essere paragonato all’attacco preventivo di Israele all’aeronautica militare egiziana prima della Guerra dei sei giorni”.

Stando ai resoconti degli ospedali libanesi, Hezbollah ha oggi migliaia di paraplegici tra i suoi ranghi d’élite e se dovesse scoppiare una guerra con Israele i suoi feriti non troverebbero nemmeno un letto d’ospedale libero perché i nosocomi sono pieni. A questo bisogna anche aggiungere che Hezbollah ha perso i suoi mezzi di comunicazione, quelli che riteneva sicuri. L’ultimo comunicato prima che cominciassi a scrivere riporta che 11 terroristi di Hetzbollah sono stati eliminati, 5mila sono i feriti di cui 500 gravissimi.

Altri 500 hanno perso la vista, 1500 hanno perso i “gioielli di famiglia” o sono comunque rimasti lesionati in quelle zone, 300 di loro hanno perso le orecchie esterne e udito. Per finire molti sono gli invalidi messi in congedo da Hetzbollah nelle ultime ore. In mattinata sono ricominciati i lanci di missili dal Libano verso Israele, e questo è il segno che dopo gli eventi di ieri la guerra ha avuto solo un momento di pausa. Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà nel pomeriggio di oggi per decidere nuove ed eventuali.

Michael Sfaradi, 18 settembre 2024

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