In Italia se lavori o se fatturi ti massacrano! Questo è il dato che emerge dai dati forniti dall’Osservatorio Itinerari Previdenziali sulle entrate fiscali. A dispetto dei santi e della iper tassazione in Italia il reddito pro-capite si colloca in una fascia media tra i paesi OCSE, quindi la presunta evasione, la famosa stima dei 100 miliardi che poi a volte sono 110 o 80 a seconda del sindacalista di turno e della propaganda di gran parte dei politici di tutto l’arco costituzionale, non si capisce da dove provenga, nessuno lo sa.
I numeri certi, invece sono che l’Italia è tra i Paesi con la maggiore pressione fiscale nell’area OCSE, e tra i paesi che tassano di più le imprese al mondo. Un aspetto specifico del sistema italiano è il cuneo fiscale, ossia il peso delle tasse e dei contributi sociali sulla retribuzione dei lavoratori. Per un lavoratore single senza figli, il cuneo fiscale italiano raggiunge il 45,1%, contro una media OCSE di circa il 34,8%, collocando il Paese tra i più gravosi in termini di tassazione sul lavoro.
Per le imprese, i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro in Italia sono tra i più elevati, creando ulteriori pressioni finanziarie che deprimono le assunzioni. A questo si deve aggiungere che il sistema di riscossione fiscale in Italia è tra i più barbari del mondo occidentale, poiché tiene sulla graticola il contribuente per 5/10 anni rispetto all’invio delle proprie dichiarazioni e dei relativi controlli induttivi basati sull’inversione della prova e sulla presunzione di colpevolezza. Il contribuente italiano è considerato ipso facto un evasore presunto costretto a pagare pretese fiscali in corso di accertamento giudiziario!
Un altro aspetto anti-economico del nostro sistema fiscale è poi la famosa “progressività”, ai nostri governanti sfugge il fatto che con un sistema più equo ed economicamente valido come la proporzionalità se un contribuente ha redditi più alti di un altro pagherà proporzionalmente ma ovviamente di più! Invece no. Qui da noi si vuole punire chi fattura di più, chi ha risparmiato di più comprando degli immobili, chi divide gli utili della sua società tra i soci (criterio della doppia tassazione) e così via.
I più meritevoli e operosi, il 5% dei contribuenti, sono i massacrati sui quali pesa quasi la metà del gettito fiscale e sono coloro che vengono perseguitati dai controlli fiscali.
Quindi cosa accade? Che chi può scappa via, giovani laureati, medici, ingegneri, imprenditori, tutti. E qui resta solo chi è costretto per motivi personali o per limitato know how. I migliori vanno via. Di questo, prima di qualsiasi altra cosa, dovrebbe occuparsi il governo le cui forze politiche hanno chiesto e ottenuto i voti del cosiddetto ceto medio produttivo. Invece, pare si voglia rincorrere la sinistra “buonista” ed i suoi balordi slogan del tipo “se pagassero tutti le tasse pagheremmo tutti meno tasse” oppure che i “i ricchi devono pagare di più”.
Tutte bufale anti-economiche che bloccano l’Italia e mortificano la nostra intelligenza e creatività imprenditoriale. La destra dovrebbe fare la destra, ma non sociale: liberale!
Andrea Bernaudo, 30 ottobre 2024
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